Mimmo di Marzio
«Ma noi uomini siam in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Basterebbe questa frase, estrapolata dal capitolo 28 dei Promessi Sposi, per capire l'attualità del più celebre romanzo storico italiano. Osannato, bistrattato, politicizzato, e poi ancora oggetto di un revisionismo non sempre limpido di chi oggi lo considera inadeguato a un pubblico scolastico. «Niente di più falso, perchè i ragazzi non sono asssetati di messaggi facili ma di interlocutori credibili», dice Luca Doninelli, scrittore e direttore artistico del Teatro degli Incamminati, che proprio oggi dà il via ad una serie di ventidue pubbliche letture dell'opera di Manzoni che vedranno sul palcoscenico del Centro Culturale di Milano (Largo Corsia dei Servi), personalità varie della società civile. Architetti come Erasmo Figini, che apre il palinsesto alle 18.30 di stasera, o come il collega Stefano Boeri, il giornalista Ferruccio De Bortoli o l'attore Gioele Dix, il cantautore Roberto Vecchioni oppure il critico Riccardo Bonacina. E saranno molti altri ancora a testimoniare l'universalità di un testo nato a Milano e che a Milano deve ritornare. «Ce lo ha ricordato l'ultima visita del Papa che, come sue tappe sotto la Madonnina, ha scelto i casermoni bianchi di via Salomone e il carcere di San Vittore. In quel gesto è raffigurata in pieno la mens manzoniana che dice: fammi sapere come tratti i poveri e saprò che città sei».
Le letture saranno aperte al pubblico e riguarderanno brani scelti dai candidati, mentre a Doninelli il compito di intervistare il relatore contestualizzando il testo. Non mancheranno sorprese. «Milano è una miniera di pensiero, conoscenza e generosità e in questo è profondamente manzoniana - dice Doninelli - basti dire che è la città che contiene più opere sociali al mondo, laiche e religiose. Ma, così come ci ha insegnato il grande fotografo Gabriele Basilico, bisogna guardarla dalle periferie, perchè chi è nato dentro la cerchia dei navigli non la conosce davvero». Nel titolo della rassegna, «I Promessi Sposi nella città contemporanea», è contenuta la sfida di chi considera la lezione manzoniana perfetta anche per questi tempi. «Nell'opera sono presenti tutte le anime di questa società: l'arroganza come la fiducia, la tolleranza come l'orrore; ma anche la bellezza, racchiusa infatti nelle prime righe del primo capitolo che dipinge quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno.... È il brano scelto non a caso dal designer Figini, che educa i giovani a lavorare la bellezza». Dopo di lui toccherà il 23 novembre al giornalista Alessandro Banfi, poi al comico «Giacomo» che toccherà la figura di Fra' Galdino.
Il 14 dicembre don Burgio, il cappellano del carcere Beccaria, punterà i riflettori su Fra' Cristoforo, personaggio in cui dice di identificarsi, «perchè la chiesa buona e quella oppressiva sono presenti nel Manzoni come nel mondo di oggi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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