Cronaca locale

Marcotulli al piano «canta» De André

Quartetto di star con Stefano Di Battista, Giovanni Tommaso e Israel Varela

Luca Testoni

«Sono canzoni alle quali sono molto legata fin da bambina, perché mio padre (Sergio Marcotulli, tecnico del suono che ha lavorato con i più grandi autori e compositori di colonne sonore cinematografiche del secolo scorso, ndr) ha registrato tre album di De André: «Non al denaro, non all'amore né al cielo», «Storia di un impiegato» e «Rimini». Andavo spesso in studio con lui durante quelle registrazioni, quindi per me c'è anche un coinvolgimento emotivo particolare, oltre al ricordo della grandezza poetica e della cultura di De André». L'amore della pianista jazz Rita Marcotulli per l'indimenticabile Faber - qualcosa di più di un grande della musica italiana -, va considerato dunque un fatto assodato e risalente nel tempo. Non stupisce, dunque, che lo abbia omaggiato a più riprese. L'esperienza più ardita risale al 2008, quando diede alle stampe un'incisione prodotta dalla Casa del Jazz di Roma. Per quello che si è trasformato in un viaggio nel canzoniere di De Andrè virato in chiave jazz, la pianista romana unì le forze con il sax di Stefano Di Battista e la tromba di Fabrizio Bosso e con un'esperta robusta sezione ritmica rappresentata da Dario Rosciglione contrabbasso e Marcello Di Leonardo batteria. Una decina di anni dopo, il supergruppo Marcotulli, Di Battista e Tommaso replica l'esperienza. Con loro - e questo è un unicum -, il raffinato batterista-percussionista messicano Israel Varela.

L'appuntamento è per domani sera (ore 21) in occasione dell'ultimo live targato «Midnight Jazz Festival», la manifestazione jazz gratuita (si entra fino ad esaurimento posti: basta mettersi in coda mezz'ora prima...), ospitata nel salone del centro congressi di Palazzo Mezzanotte, la «casa» della finanza, nonché di Borsa Italiana.

Possibile realizzare un omaggio-tributo al grande cantautore rinunciando alle parole che di De André costituivano l'essenza? Non senza rinunciare a una buona dose d'improvvisazione, l'assortito quartetto, che interpreterà naturalmente anche cose proprie, promette un'esperienza da applausi. I quattro, attenti non modificare le melodie (cambieranno invece le ritmiche), dimostreranno che è possibile interpretare De André anche in chiave rigorosamente strumentale.

Attenzione: non solo De André. Varela ha in serbo un'altra sorpresa: una canzone cantata in spagnolo presa del repertorio di Pino Daniele.

Un altro grande della nostra canzone con il quale il musicista messicano ha più volte collaborato in passato.

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