Maroni contro Pisapia: non c'è pace sui profughi

Il governatore: «Prevenire il problema dei flussi» Il sindaco rilancia: «Milano garantisce assistenza»

È stata la Lombardia a donare quest'anno l'olio che alimenta la lampada posta a veglia dei resti mortali di San Francesco d'Assisi. Un gesto importante nel giorno della Festa del santo patrono d'Italia. Un gesto simbolico nel giorno in cui la città umbra accoglie migliaia di fedeli provenienti da ogni dove, in un'occasione che diventa anche un momento di riflessione sull'attualità, sull'accoglienza e sulla solidarietà tra i popoli. A presiedere la celebrazione eucaristica nella Basilica Superiore, alla quale hanno partecipato 25 vescovi e 120 sacerdoti con i 150 seminaristi della Lombardia, è stato l'Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola: «Non ci è difficile sentire il santo di Assisi vicino alla nostra esistenza di uomini di oggi - ha detto l'arcivescovo - Il suo tempo presenta infatti significative analogie con il travaglio e la complessità della società plurale in cui la Provvidenza ci chiama a vivere. Molti fondamenti del vivere civile che per secoli hanno regolato l'umana convivenza sono oggi messi in questione: dalla costruzione di un solido e durevole equilibrio tra pace, sviluppo e giustizia, ai processi migratori senza precedenti che stanno modificando la fisionomia geopolitica di tante parti del mondo». E a guidare la delegazione lombarda c'erano Roberto Maroni e Giuliano Pisapia. Governatore e sindaco, due cariche differenti, due mondi differenti, due modi diversi di affrontare un'emergenza come quella dell'accoglienza ai profughi che vede Milano e la Lombardia in prima linea. Roberto Maroni che insiste sulla prevenzione dei flussi migratori, Giuliano Pisapia che rilancia il «modello Milano» di accoglienza: il tutto per una sorta di confronto indiretto sul tema dell'immigrazione andato in scena a margine delle celebrazioni.

«Quello dell'immigrazione - ha spiegato Maroni - è un problema che va affrontato nel modo giusto, senza scorciatoie e risolvendo il problema all'origine e prevenendo questi flussi: una posizione questa che mi sembra la più utile e ragionevole per evitare le morti in mare. Per evitare problemi bisogna intervenire per prevenire questi flussi e la comunità internazionale, l'Europa e le Nazioni Unite devono fare molto di più di quello che finora sono riuscite a fare». Sull'altro fronte il sindaco Giuliano Pisapia. Una posizione diversa e coerente in questi anni: «A Milano è stato dato un segnale forte della capacità di poter garantire la necessaria, dovuta e sentita assistenza a migliaia e migliaia di profughi che sono passati in città e che scappavano dalla fame, dalla miseria, dalla tortura e dalla guerra - ha detto il sindaco - Con l'accoglienza che la nostra città è stata in grado di offrire a loro è stata data la possibilità di guardare e avere almeno la speranza nel futuro».

«Oggi ad Assisi - fa notare Pisapia - da tutti sono venute parole che vanno nella direzione di

attenzione agli ultimi. Assisi è la città del dialogo e del confronto tra religioni diverse e tra credenti e non credenti. Diventa fondamentale però che ognuno poi mantenga con i fatti gli obiettivi che si propone a parole».

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