Maroni: referendum sulle nozze gay

Il governatore: «Pronto alla campagna per l'abrogazione». La reazione: «bombardati» i telefoni del Pirellone

Lo chiamano «call bombing». Lo scopo è «intasare per tutta la settimana in centralino di Regione Lombardia e l'ufficio di presidenza» per «comunicare il proprio dissenso con la scritta sul Pirellone». La scritta luminosa «Family Day» accesa da venerdì scorso per confermare l'adesione della Regione alla manifestazione che si terrà sabato prossimo a Roma contro il decreto legge Cirinnà sulle unioni civili. Le associazioni gay hanno già preso di mira la giunta con fotomontaggi goliardici e foto di baci omo davanti al Pirellone. Il governatore Roberto Maroni non si è scomposto, anzi ribadisce con forza la sua linea.

Conferma la sua adesione convinta al Family Day, dichiara che «la difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio è la difesa della Costituzione repubblicana e delle nostre radici». «Le grandi battaglie di civiltà - spiega - si combattono a viso aperto». E condivide la proposta lanciata dal Foglio: «Pronti per il referendum abrogativo se il Parlamento dovesse approvare il pasticcio».

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