Sarà pronta in una settimana, sarà ridotta e composta per metà di donne e soprattutto (e questa è la novità), non si chiamerà più giunta, ma governo della Lombardia. «Con lo stesso peso di quello di Roma, perché a votarlo sono stati i lombardi». A prometterlo il neo governatore Roberto Maroni che ieri pomeriggio in corso Como ha festeggiato la vittoria facendo salire sul palco e ringraziato tutti gli eletti del centrodestra. «Sarà il governatore di tutti i lombardi - le sue parole - anche di quelli che non mi hanno votato: li convincerò che hanno sbagliato e la prossima volta voteranno me». Al suo fianco il coordinatore Mario Mantovani che ha sottolineato alcuni punti del programma pdl: «Dobbiamo ridurre i costi della politica, riequilibrare gli stipendi dei grandi manager e cambiare la legge elettorale, eliminando il voto disgiunto e i piccoli partiti». Mantovani che ieri ha incontrato i colonnelli lombardi del partito per far quadrare il rebus della giunta e oggi presiederà un incontro decisivo per mettere nero su bianco i nomi da presentare a Maroni.
Nodo cruciale ancora l'assessorato alla Sanità per cui sia Maroni che Formigoni vorrebbero affidare all'oncologo Mario Melazzini, ma per cui Berlusconi avrebbe pronto un altro nome. Mentre la Lega farà dimettere il senatore Massimo Garavaglia per affidargli l'assessorato al Bilancio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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