Il «mecenate» che salva la Scala? Sono un'altra volta i contribuenti

Cari lettori, abbiamo una sorpresa per voi. Volete sapere chi è il deus ex machina che ha pareggiato il bilancio del Teatro alla Scala? Tenetevi forte: siete voi. Non è uno scherzo: si tratta di soldi dei contribuenti. Ora l'incognita è da dove siano passati, o meglio da quale ministero, arrivino i vostri soldi. Ci arriva voce che il mecenate pubblico che salva i conti dello stato sia il Ministero dei beni e delle attività culturali, che ha versato 2,5 milioni per il pareggio di bilancio. Il ministro salva l'ente che rischia di venire gambizzato dal suo decreto.
Come raccontava due gironi fa il Giornale grazie al vostro generoso contributo il teatro potrà liberare le risorse accantonate per il restyling della palazzina, che verranno girate sul deficit.

A questi si aggiungono 2 milioni e 350mila euro che arrivano dalla transazione con Banca Intesa San Paolo per la vecchia questione dell'acquisto della palazzina dell'istituto bancario nel 1998. Facendo i conti in tasca al tempio della lirica: sono usciti dal cilindro 6.532mila euro di utili derivanti dal una polizza di investimento del Tfr dei lavoratori.

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