Meningite in Statale «Stesso batterio per le due vittime»

L'Iss: le studentesse non sono state contagiate da un solo portatore sano

Enza Cusmai

Le due studentesse della Statale, Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli, di 24 anni, entrambe morte per meningite nel giro di quattro mesi, sono state uccise probabilmente dallo stesso batterio, un sottotipo di meningococco C particolarmente aggressivo. La conferma arriva dall'Istituto superiore di Sanità che ha appena terminato le analisi. Ma attenzione a far scattare la caccia all'untore. Le due giovani, infatti, innanzitutto non si sono contagiate a vicenda e non sono quasi sicuramente state contagiate dalla stessa persona.

«Quel sottotipo di meningococco è molto frequente e ci saranno stati diversi portatori sani che saranno circolati in università» spiega Gianni Rezza, direttore dell'Istituto superiore di Sanità. E quindi bisognerebbe indagare tra i compagni di corso, professori o anche gente che frequenta il bar della facoltà di Chimica. «Si può pescare nel mucchio, tra diversi portatori sani, gli scambi potrebbero essere stati anche 15 prima di colpire il bersaglio finale» aggiunge il virologo Fabrizio Pregliasco.

Insomma non si potrà mai capire chi abbia contagiato l'una o l'altra ragazza. Del resto ormai è un problema superato. Per azzerare i rischi di altri contagi, l'Asl non si era limitata alla profilassi antibiotica di routine ma aveva deciso di preparare vaccini per almeno 140 tra studenti e docenti: i primi 60 faranno l'iniezione domani. «La campagna - spiega il direttore generale di corso Italia, Marco Bosio - dovrebbe concludersi prima di Natale. Poi ci riserviamo di fare eventuali nuove valutazioni nei prossimi giorni anche perché non c'è alcun tipo di emergenza». Anche l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera tenta di rasserenare gli animi di tutti coloro che frequentano gli atenei milanesi. «In questi giorni, ci sono arrivate numerose richieste di vaccinazioni spiega - pur ribadendo che a oggi non vi è alcuna necessità di una vaccinazione generale della popolazione, nei prossimi giorni definiremo le eventuali modalità di gestione».

Non è escluso quindi, che si possa allargare il vaccino anche ad altre centinaia di persone (per un totale di 500 tra alunni e docenti) cioè tutti coloro che di fatto ruotano intorno ai laboratori di Chimica. In questo modo ogni portatore sano in circolazione diventerà innocuo e il rischio di contagio sarà azzerato. Ma se questa strategia vale in università, è bene estenderla all'intera popolazione. Una vaccinazione sistematica tra i bambini più piccoli potrà evitare in futuro che queste tragiche situazioni si ripresentino. Inoltre, Gianni Rezza suggerisce anche di coprire con vaccinazione gli adolescenti, la categoria più a rischio di contagio accanto ai bambini più piccoli. Ma tutto va fatto senza lasciarsi prendere dall'ansia.

«Le vaccinazioni sono importanti soprattutto per il meningococco C che è quello più diffuso, ma per gli adolescenti sarebbe utile il vaccino tetravalente che copre diversi ceppi in circolazione. Con una buona prevenzione si può contrastare la meningite. Così com'è avvenuto in Toscana dove attualmente le vaccinazioni hanno ridotto i portatori sani all'uno per cento della popolazione».

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