Mense scolastiche, rosso da 5 milioni Ecco chi fa il furbo

Nemmeno i ricchi pagano la quota Oltre 4mila le famiglie recidive Ma il Comune: «I dati migliorano»

Maria SorbiC'è chi si dimentica. E passi. C'è chi fa fatica a sostenere la spesa. E poi ci sono i recidivi, che non pagano da anni. Ma la cosa che irrita di più è che la maggior parte di quelli che non versano la retta delle mense per i figli siano i più ricchi. Fatto sta che anche nel 2014-2015 le famiglie che non hanno corrisposto la quota sono state 14.502. Per un totale non versato di oltre 5,1 milioni di euro. Idem nell'anno scolastico precedente e in quello prima ancora, quando il debito ammontava a 5,2 milioni di euro. Premessa a qualsiasi tipo di considerazione: il costo di un pasto a scuola va da 1,34 euro a un massimo di 5 euro per le fasce di reddito più alte. Significa che una famiglia di reddito medio non spende più di 40 euro al mese e una famiglia a reddito basso non più di 24 euro, meno di quello che spenderebbe a casa per far mangiare i figli. «Resta ancora molto da fare - commenta l'assessore all'istruzione scolastica Francesco Cappelli - ma i dati sull'insolvenza tendono a migliorare». In realtà il miglioramento è minimo (rispetto al 2012-2013 sono stati recuperati solo 100mila euro) e lo sforzo per andare a pescare gli evasori non ha portato a granché. In sostanza, il mandato di Pisapia si conclude senza aver risolto - e nemmeno migliorato - la situazione dei furbetti della mensa scolastica. Il lavoro di questi anni si è concentrato soprattutto sull'anagrafica e sulla «tracciabilità» degli evasori, se non altro per capire quale fosse il loro numero di telefono o la loro mail. Problema risolto grazie all'obbligo di iscrizione on line alla mensa. E poi si è scelto di riscuotere direttamente la quota senza passare da Equitalia. Una buona operazione di recupero è stata messa in campo nei centri estivi, dove tuttavia il numero di insolventi da iscrivere a ruolo - cioè contro cui fare causa - ammonta ancora a quota 4.565 per il 2013. Ma a parte questo non è stata messa in campo nessuna azione strong. Insomma, nulla di paragonabile al Comune di Corsico, dove il sindaco, esasperato dal buco di bilancio, ha deciso di escludere dalla mensa i bambini delle famiglie insolventi. «Non chiediamo certo misure così forti - spiega Luca Lepore (Lega) - ma non è giusto legittimare la cultura del più furbo. Così si penalizza chi è onesto. Almeno nei centri estivi, chi non paga la mensa si porti la schiscetta». Fabrizio De Pasquale fa notare che il metodo di Corsico ha comunque portato al recupero del 75% delle quote.

Il consigliere vuole inoltre sapere chi sono i non residenti morosi (che a quanto pare sono tra i più menefreghisti) e chiede azioni forti contro i recidivi, cioè quelli che non pagano da anni e che sono segnalati anche per non aver corrisposto multe e quote della tassa sui rifiuti. In silenzio i Grillini: in Regione hanno appena sdoganato la schiscetta come alternativa alla mensa, in Comune tacciono.

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