Coronavirus

"In un mese 78 decessi in paese. Erano nove"

Il sindaco di Alzano, epicentro del focolaio bergamasco: «Dobbiamo tenere duro noi»

"In un mese 78 decessi in paese. Erano nove"

Alzano Lombardo, Val Seriana, 13mila abitanti, 7 chilometri dal capoluogo, è uno degli epicentri dell'epidemia nella Bergamasca. «Un Comune fantasma» dice qualcuno. Ma Alzano Lombardo è ancora pieno di vita, di gente generosa che si dà da fare per aiutare gli anziani, e non solo, di volontari che si fanno in quattro. Ieri mattina è stato dimesso il neonato che a 22 giorni era stato ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII dopo essere stato risultato positivo al Coronavirus. Era nato l'11 febbraio proprio all'ospedale di Alzano Lombardo, ma dopo alcuni giorni era sopraggiunta la febbre, alta tanto da indurre a ricoverarlo in patologia neonatale il 3 marzo. Ora è a casa. «Che bella notizia. Mi ha fatto commuovere», dice il sindaco Camillo Bertocchi.

Sindaco, qual è la situazione ad Alzano? Quali sono le emergenze su cui sta lavorando oggi.

«È difficile, molto. Dobbiamo tenere duro, se molliamo noi... Ci stiamo concentrando sui dispositivi di protezione individuale. Li dobbiamo recuperare e dare ai medici, anche a quelli che si occupano di verificare i decessi. Dobbiamo proteggere i nostri medici, cercando di sostenere il sistema che sta fuori dall'ospedale, la Ats non può farcela altrimenti. E ci stiamo occupando dei saturimetri, e dell'ossigeno ai malati che sono a casa...».

Ci sono molte persone anziane che hanno bisogno di assistenza. Cosa fate?

«Sì, ci occupiamo anche dell'assistenza domiciliare alle persone anziane, o malate. Di fornire medicinali per esempio, e dell'assistenza anche psicologica. Ci sono molte esigenze, anche disparate. Abbiamo appena assistito, per fare un esempio, una persona in quarantena che sta facendo una cura oncologica, qualcuno doveva andare a Milano a recuperare dei farmaci. Era importante».

Il volontariato nel Comune non ha subito defezioni.

«Nessuno si è tirato indietro, potrei dire che ne abbiamo più di quanti servano, perché tantissimi si sono messi a disposizione».

L'assistenza psicologica di cui parlava in cosa consiste?

«Abbiamo introdotto un numero verde, a disposizione di chi ha bisogno di questa assistenza particolare, per chi vuole parlare o semplicemente avere una voce che gli tenga compagnia. Non è facile».

Sindaco, quanti decessi ci sono stati ad Alzano Lombardo dall'inizio dell'emergenza?

«Il numero continua a salire purtroppo. Dal 23 febbraio, a oggi, siamo a 78, contro i nove dello scorso anno. Il dato è emblematico».

Come riuscite a gestire questa situazione, emotivamente?

«Proviamo a farlo senza abbassare la tensione e senza drammatizzare troppo per non creare panico. Io parlo con i cittadini ogni sera, cerco di restituire loro la realtà di ciò che sta avvenendo. Può immaginare quanto siano disorientati».

Perché è successo proprio lì?

«Ci facciamo continuamente questa domanda, e non so quando e come possa avere risposta. Qui c'è una forte antropizzazione e industrializzazione, una vita sociale molto attiva, vero, ma certo non solo qui».

Avete una popolazione mediamente anziana?

«Nella norma, come età media. Molto simile al capoluogo qui ad Alzano, poi più si esce dalla città più si alza».

Introdurre la zona rossa subito avrebbe cambiato le cose?

«Mi fa una domanda una cosa molto grossa. Il governo si è fidato della comunità scientifica, che avrà espresso dei pareri.

Per forza».

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