«Vogliamo una metropolitana più bella, colorata e accogliente», la attraversano milioni di visitatori all'anno «conta quanto la Galleria o corso Vittorio Emanuele». E in quella direzione vuole andare il Comune per il futuro: negozi trendy, boutique, tecnologia, «pensiamo anche a stazioni concentrate su food e vendita di alimentari» anticipa l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran. Gli investimenti del passato «sono stati insufficienti» si pensa a «coinvolgere gli operatori privati, anche attraverso il sistema delle fermate sponsorizzate». É stato lanciato da poco il bando per dare il nome alle stazioni del metrò, in cambio di fondi per il restyling. E chi ci mette il marchio vorrà metterci vetrine. Secondo indiscrezioni, la Rinascente potrebbe fare un investimento importante per allargarsi al piano «meno uno». La rivoluzione dei mezzanini (anche in vista di Expo) potrebbe partire secondo Maran «da corso Venezia, pensate alle potenzialità che avrebbe e all'uso o scarso dello spazio». Nel piano si parla di rifacimento delle aree di stazioni, di spostamento d funzioni operative per allargare gli spazi commerciale, di «uso ottimale» di quelli ad elevato valore commerciale. Maran e l'assessore alle Attività produttive Franco D'Alfonso ne hanno discusso ieri in Commissione Trasporti a Palazzo Marino con i consiglieri. E con i rappresentanti di Confcommercio, giornalai, negozianti arrivati per difendere i propri interessi. Il piano di valorizzazione Comune-Atm (gli incassi dagli affitti vanno all'azienda) deve fare i conti con 246 commercianti che operano ogni giorno nei mezzanini. Ottanta edicole, 54 bar, 27 negozi di abbigliamento e 85 di altro tipo, 38 i locali vuoti. La maggior parte (ben 168) lungo la linea «rossa». I primi 116 con il contratto in scadenza a luglio hanno già ricevuto mesi fa l'avviso di sfratto (altri 20 nel 2015 e a seguire). Se l'azienda di trasporti non concede la soluzione di un «contratto ponte» prospettata ieri dal rappresentante di Confcommercio Marco Barbieri, da agosto sono fuori.
Dove nasce il caos? Le stazioni e i locali commerciali delle tre linee non sono mai stati accatastati. Dopo 50 anni, Comune e Atm sono partiti alla rincorsa visto che con le leggi attuali, per aprire un bando il passaggio è inevitabile. Sono stati già investiti 140mila euro per affidare l'incarico al Collegio dei geometri della provincia, altri 500mila con il Bilancio 2014. Entro un mese verranno concluse le operazioni sulle prime 11 stazioni e circa 100 negozi (tra queste ci sono Molino Dorino, Duomo, De Angeli). Mancano ancora 79 fermate e 200 esercizi. Senza avviso si sfratto i contratti si rinnoverebbero automaticamente a luglio per altri 6 anni. Verranno fatti i bandi, «chi ha sempre pagato l'affitto e chi si mette in regola avrà diritto di prelazione» è l'impegno che Maran chiede all'azienda, anche se «nel piano di restyling generale dei mezzanini potrebbero spostarsi in altre fermate». Ma a che prezzo? «I canoni sono inadeguati» spiegano la nota di Atm e il legale intervenuto in Commissione. É un piano di «valorizzazione» ripete più volte. Oggi Atm incassa dagli affitti circa 6 milioni all'anno. L'evasione è pesante, pari a 1,2 milioni, il 20% del fatturato. Non pagano in 60, mentre 72 (il 28%) non hanno prodotto le garanzie fidejussorie. E Saranno esclusi dalle prelazione.
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