Beppe Sala ribadisce di «sentirsi» l'assessore alle Periferie e rispedisce una seconda volta al mittente la richiesta di introdurre una figura ad hoc in giunta avanzata dal segretario del Pd Pietro Bussolati due giorni fa. «Escludo radicalmente che ci possa essere un assessore - ha ripetuto ieri il sindaco - perchè sono io che lo voglio fare. Bussolati ha la sua opinione ma io voglio essere giudicato nel corso ma soprattutto alla fine del mandato. Alle ultime elezioni le periferie hanno punito la sinistra. Siccome ci tengo ad andare avanti io, o che la sinistra continui a governare, voglio fare bene». E dato che sono già iniziate le fibrillazioni tra il Pd e il nuovo gruppo Insieme - la corrente che fa capo a Giuliano Pisapia - Sala avverte: «Non cominciamo a parlare di rimpasto oggi, perchè chissà se ce ne sarà uno». Poi rivolge un appello alla squadra: «Mi piacerebbe che gli assessori di oggi continuassero ad andare avanti e che non ci fossero defezioni nemmeno per possibili candidature per le Regionali o le Politiche. Se così sarà lo affronteremo, ma più avanti». Già il 2 giugno Sala aveva provato a smontare le ambizioni della giunta: chi decide di correre per il Pirellone o le elezioni nazionali «deve lasciare la poltrona dal giorno uno della campagna elettorale, voglio una squadra pienamente concentrata su Milano». Una regola fissata anche dal predecessore Pisapia, che non aveva comunque evitato fughe verso Roma o Palazzo Lombardia.
I principali indiziati sono ovviamente gli assessori al secondo mandato, nominati nello scorso mandato da Pisapia e confermati (con deleghe diverse) da Sala. Di un possibile salto in Regione di Carmela Rozza si è parlato soprattutto a fine maggio quando fu attaccata dai colleghi di giunta e da un pezzo della maggioranza in Consiglio per il blitz dei vigili alla scuola al parco Trotter, il teatro fu dichiarato inagibile, recite di fine anno vietate e poi consentite dopo il gran polverone. Ma basta un plauso dell'ordine alle forze dell'ordine per i controlli sui migranti in stazione Centrale o che la polizia locale sgomberi un clochard per far saltare la mosca al naso all'ala della sinistra radicale. «Voglio proseguire nella mia attività in Comune - garantisce oggi la Rozza -, qualora non ci fosse l'agibilità politica valuterò. La sicurezza si fa con fermezza, facendo rispettare le regole, e non voglio sentirmi sotto processo». Secondo i beneinformati l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, tra i più forti della giunta Sala, non si candiderà alle Politiche, potrebbe muoversi semmai per un incarico da sottosegretario in caso di vittoria del centrosinistra. Milano sta ormai stretta a Pierfrancesco Maran (Urbanistica), anche se il suo bacino di voti è lo stesso della deputata Lia Quartapelle, e all'assessore al Commercio Cristina Tajani.
Marco Granelli (Mobilità) punta al Pirellone ma il suo destino è incrociato a quello del consigliere regionale dell'ala cattolica Fabio Pizzul, se lui correrà alle Politiche il gioco è fatto. Secondo voci di corridoio, una candidatura in Regione potrebbe essere invece la «buonuscita» Gabriele Rabaiotti (Casa) per sostituirlo.
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