Marta Bravi
Il contratto di acquisto della Pietà di Rondanini di Michelangelo, l'annuncio dei funerali di Verdi, i registri mortuari del Magistrato di Sanità del 1638, anno della grande epidemia di peste raccontata dal Manzoni, l'esecutivo originale del grattacielo Pirelli di Giò Ponti. Sono solo alcuni dei documenti originali custoditi nella Cittadella degli Archivi di via Ferdinando Gregorovius.
La sede conserva circa 36 chilometri di carta, tutti documenti in possesso dell'amministrazione comunale, ma può ospitarne fino a 70. I documenti arrivano da tutte le sedi civiche: Castello Sforzesco, via Deledda, via Edolo, via Pirelli, via Mambretti, via Larga. La Cittadella degli Archivi ospita al momento più di 150mila faldoni che contengono circa 1,5 milioni di pratiche e fascicoli gestiti da un archivista speciale: Eustorgio, un robot di ultima generazione, dotato di intelligenza artificiale. Capace di estrarre in maniera automatica i faldoni presenti in una delle otto corsie d'acciaio che custodiscono i documenti, Eustorgio contribuisce a rendere la Cittadella uno dei più grandi archivi meccanizzati d'Europa. Non solo, organizza i faldoni man mano che vengono richiesti in base il numero di volte in cui vengono consultati: quelli più quotati vengono sistemati più avanti sugli scaffali.
I documenti dell'archivio sono a disposizione di studenti, professori, ricercatori e a tutti coloro che desiderano svolgere attività di ricerca e consultazione. Al momento l'archivio viene frequentato solo da studenti e ricercatori, circa 250 all'anno, mentre gli architetti che devono consultare carte e mappe del catasto, devono richederle allo sportello unico per l'edilizia, che poi si fa recapitare i faldoni. Obiettivo dell'assessorato alla Digitalizzazione però è mettere on line gli indici e i primi documenti digitalizzati - al momento sul sito del comune - per metterli a disposizione di tutti. In un secondo tempo verranno stipulate delle convenzioni con le università per mettere in rete documenti e archivi.
La Cittadella degli archivi è nata nel 2012 ma è stata aperta al pubblico nel marzo del 2016, solo ieri è stata presentata ufficialmente: «Apriamo le porte di questo archivio speciale ha spiegato l'assessore alla Digitalizzazione Roberta Cocco che racchiude al suo interno la storia della nostra città. Ogni documento sarà digitalizzato per essere preservato dall'inevitabile deterioramento della carta e reso più facilmente consultabile da tutti. Grazie alle moderne tecnologie trasformeremo questo luogo in una sorta di tempio digitale, prezioso custode della nostra identità di milanesi e al tempo stesso cuore pulsante del processo di dematerializzazione che l'amministrazione sta portando avanti».
I primi documenti sono stati digitalizzati da 12 studenti selezionati del liceo artistico Brera per il programma di alternanza scuola - lavoro. L'Archivio di Stato ha fornito i documenti: 2 registri mortuari del Magistrato di Sanità del periodo della peste manzoniana, 1500 fotografie dell'Archivio del giornale del Popolo d'Italia (sec. XX), i1 registro del braccio tedesco del carcere di San Vittore (1944-1945). Un'esperienza che valorizzerà la propensione naturale per il digitale dei ragazzi e li avvicinerà al mondo delle istituzioni e al loro grande patrimonio storico.
«L'Archivio di Stato ha aderito volentieri al progetto - ha spiegato il direttore Benedetto Luigi Compagnoni - perché ritiene essenziale coinvolgere i giovani nella scoperta della Storia e delle storie conservate negli archivi, coniugandole con le nuove tecnologie che ne consentono la diffusione più capillare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.