A Milano boom di divorzi, in un anno quasi il doppio

Sono cresciuti dell'87 per cento anche grazie alla legge che abbrevia le separazioni. Un record

A Milano boom di divorzi, in un anno quasi il doppio

A Milano ci si innamora e ci si sposa certo, ma soprattutto si divorzia. In città si registra un vero boom di divorzi, sia quelli consensuali sia quelli non consensuali, tecnicamente detti «contenziosi». Sottolinea Silvia Colombo, avvocato matrimonialista del Foro di Milano e appena nominata vicepresidente della sezione milanese dell'Associazione avvocati matrimonialisti italiani: «I divorzi contenziosi in particolare sono aumentati dell'87 per cento nel primo trimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015». Il dato cittadino è più rilevante, se confrontato a quelli nazionali: più 57 per cento in Italia nell'intero 2015 rispetto al 2014. E si spiega in parte, anche se non solo, con le novità legislative recenti. «L'aumento - continua Colombo - è dovuto in primo luogo all'introduzione, a metà 2015, del cosiddetto divorzio breve. Della legge cioè che ha accorciato i tempi della separazione». Oggi il periodo che deve trascorrere prima di poter divorziare è ridotto a sei mesi dalla prima udienza in tribunale in caso di separazione consensuale e a un anno per i procedimenti «giudiziali».

Dopo anni di matrimoni in calo in Lombardia poi, il dato regionale ha ripreso a salire. Questo il più recente trend registrato dall'Istat: meno 4 per cento nel 2014 sul 2008, più 4 per cento nel 2015 rispetto all'anno precedente. Aggiunge la matrimonialista: «Milano è inoltre in testa per il numero di unioni civili (quelle previste dalla legge Cirinnà, ndr). Dall'introduzione della nuova normativa a fine gennaio 2017 sono state celebrate 261 unioni civili tra persone dello stesso sesso».

I nuovi strumenti previsti dalla legge hanno fatto calare in città pure le separazioni consensuali. «Anche grazie all'introduzione a fine 2014 della normativa sulla negoziazione assistita - spiega l'avvocato Colombo -. A Milano si concludono circa 800 negoziazioni assistite all'anno». I tempi della negoziazione, cui si può ricorrere solo nei casi consensuali, sono gli stessi della separazione «breve». Si è assistiti da un legale per coniuge e non occorre andare davanti a un giudice. L'accordo fra le parti è formalizzato in un atto, che viene approvato dal pm e depositato in Comune. Una procedura che si può scegliere in presenza di figli minorenni. In caso contrario la coppia può concludere l'accordo semplicemente davanti all'ufficiale di stato civile e non è necessaria la presenza di un legale. «Una via, quest'ultima, sempre più diffusa. Ma nonostante ciò i tempi di attesa in città non sono particolarmente lunghi», assicura Colombo. Uno degli scopi della negoziazione assistita è alleggerire il carico di lavoro della Sezione famiglia dei tribunali, che a Milano registra numeri da record. Eccoli: «La sezione ha nove giudici - precisa l'avvocato matrimonialista -, da metà 2015 a metà 2016 ha ricevuto ben 9.402 nuove pratiche». Significa 783 al mese, 26 al giorno. E sono per lo più separazioni e divorzi.

Non è casuale se le udienze davanti al giudice spesso durano una manciata di minuti. «Il nuovo strumento della negoziazione - conclude Colombo - sta funzionando». È comunque facoltativo. I coniugi possono sempre decidere di andare in tribunale e in questo caso possono anche avere lo stesso legale.

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