Non sono stati eletti come i consiglieri e dunque per legge non possono nè dimettersi nè consegnare la fascia tricolore come gesto di protesta. Ma i sindaci delle Città metropolitane si dicono pronti a «gesti eclatanti» se il premier Paolo Gentiloni («in persona, non ci accontentiamo di un suo funzionario» chiariscono) non li riceverà entro fine luglio. Lo chiedono da marzo. E a quanto pare c'è voluto l'ultimatum-show di ieri perchè dal presidente del Consiglio arrivasse nel giro di un'ora l'annuncio di «un incontro a brevissimo con i sindaci». A Palazzo Isimbardi si sono incontrati ieri i sindaci delle 14 Città metropolitane, accanto a Beppe Sala (tra gli altri) il collega di Napoli Luigi De Magistris, di Firenze Dario Nardella, quello Bari Antonio Decaro che è anche presidente Anci. Il governo ha appena annunciato la disponibilità di altri 100 milioni di euro per Province e Città metropolitane - una trentina potrebbero arrivare a Milano che ha un buco di quasi 50 milioni -, ma non basta come risposta. I prmi cittadini al tavolo hanno deciso di distribuire il fondo da 12 milioni previsto per tutte le ex Province solo sui 4 enti più in difficoltà, quelli che non hanno ancora chiuso il Bilancio 2017, e oltre a Messina, Catania e Palermo c'è proprio Milano. Ma «vogliamo chiarezza dal governo, dal 2018 deve definire una quota dei fondi chiara in Finanziaria per non ritrovarci a chiudere i conti facendo i salti mortali per garantire manutenzioni stradali, servizi scolastici o per i disabili - è la denuncia dei sindaci al tavolo -. E dobbiamo poter programmare investimenti di medio lungo periodo.
Chiediamo competenze chiare anche rispetto alle Regioni e nella riforma Delrio non c'è neanche l'ombra dell'autonomia fiscale». E De Magistris avverte: «Non ci dicano che non ci sono i fondi, il governo si è riunito di domenica mattina e ha trovato 5 miliardi per salvare le banche».ChiCa
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