Moda, calcio e investimenti immobiliari Comune in bilico tra affari e diplomazia

L'onorificenza alla guida buddista e le possibili conseguenze sui business asiatici

Chiara Campo

«Incontrerò il Dalai Lama e non temo ripercussioni con la comunità cinese» assicura il sindaco. Come no. Il sindaco non accoglierà la massima autorità spirituale del buddismo tibetano a Palazzo Marino ma in territorio «neutro» e domani si terrà alla larga dal teatro degli Arcimboldi dove il presidente del consiglio comunale gli conferirà la cittadinanza onoraria. Business is business. Per comprendere il tatto del Comune davanti alle proteste dell'ambasciata cinese in Italia basta citare qualche dato. Gli scambi commerciali tra Cina e Lombardia ha superato i 15 miliardi di euro, sono cresciuti in un anno del 10,7%. Basti pensare che la regione da sola pesa il 43% dell'import nazionale verso il colosso asiatico e il 33% dell'export, e la metà di questo interscambio (il 49%) se lo intesta Milano. Tanto per citare: la Cina è il secondo fornitore mondiale della Lombardia per elettronica e computer, e anche per i metalli. Le esportazioni di alimentari «made in Lombardy» sono schizzate dell'84 per cento nell'ultimo anno, con un vero e proprio boom per la carne (+588%).

Ma il Dragone si è impegnato in uno shopping selvaggio sotto la Madonnina negli ultimi anni - investimenti a molti zeri su calcio, moda, immobiliare - che spiegano meglio di tante parole il crescente peso politico della comunità e l'imbarazzo dei palazzi istituzionali. Il gruppo Suning ha rilevato ufficialmente l'Inter lo scorso 6 giugno, il sindaco ha giò incontrato il presidente Zhang Jindong e nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di cedere lo stadio di San Siro ai club che attualmente pagano un affitto. Sala sta aspettando che si chiuda la trattativa tra Fininvest e Sino-Europe Sport e quando anche il Milan parlerà cinese potrà forse concludere l'affare sul Meazza. Nel 2014 lo storico marchio di moda milanese Krizia è passato di proprietà alla Shenzen Marisfrolg Fashion, alle ultime sfilate di Milano Donna l'(ex) gioiello el made in Italy ha sfilato sotto la guida ormai esperta dell'imprenditrice Zhu ChongYun, presidente e direttore creativo del marchio fondato da Mariuccia Mandelli. Già nel 2012 la Cina ha «colonizzato» un altro simbolo di Milano e del Paese - ChemChina è diventata socio di maggioranza della Pirelli - mentre la Fosun ha conquistato Palazzo Broggi, l'ex sede Unicredit di piazza Cordusio, e dove aveva sede la Borsa di Milano prima che venisse costruito Palazzo Mezzanotte in piazza Affari, aprirà un nuovo hotel di lusso.

«La Lombardia è la Regione italiana con maggior interscambio con la Cina, e ogni giorno lavoriamo per costruire il ponte economico che ci collega, per favorire l'internazionalizzazione delle nostre imprese» ha detto il vicepresidente regionale Fabrizio Sala intervenendo alla celebrazione del 67esimo anniversario di fondazione della Repubblica Popolare Cinese lo scorso primo ottobre. Il Pirellone ha giò fissato una missione istituzionale nel 2017, per rafforzare rapporti e il business. Sono saliti sul palco anche il prefetto Alessandro Marangoni e il sindaco. E almeno due assessori comunali, Carmela Rozza e Cristina Tajani, hanno partecipato sabato scorso al convegno organizzato da Associna sul ruolo delle seconde generazioni italo cinesi negli investimenti cinesi in Italia.

Sono circa 6mila le imprese a conduzione cinese a Milano secondo la Camera di commercio, il 12% delle aziende straniere sul territorio. Sono aumentare del 50% in 5 anni.

La comunità cino-milanese ha consegnato a settembre in Comune un maxi-assegno da 90mila euro, frutto di donazioni, per realizzare interventi ad Amatrice e nelle altre città colpite dal terremoto. Ieri ha lanciato una manifestazione di protesta davanti agli Arcimboldi contro la consegna delle chiavi d ella città al Dalai Lama.

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