«Questo è l'ennesimo caso di tentativo di sostituzione etnica in corso». Matteo Salvini (come al solito) non usa mezzi termini. Il segretario della Lega ieri è tornato alla caserma Montello di via Caracciolo, dove era stato più volte prima che venissero sloggiati i militari per far entrare al loro posto - dal 31 ottobre scorso - circa trecento profughi. La struttura di accoglienza è tornata alla ribalta giorni fa per la decisione della prefettura di alzare il tetto a 350 posti, ma il Comune si è subito dissociato («la Montello non può ospitarne più di trecento, questi sono stati gli accordi presi in passato e non pensiamo vadano messi in discussione» ha chiarito l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino) e si è levato un no bipartisan. Salvini ha voluto verificare di persona la situazione, insieme all'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali. «Mentre escono i dati che vedono gli italiani far sempre meno figli - torna all'attacco il segretario - si offrono, colazione, pranzo, cena, computer, telefono e partite di pallone a persone che stando ai dati delle prefetture non stanno scappando dalla guerra. Non me la prendo con gli immigrati ma con lo Stato italiano che finanzia un attentato ai danni del suo popolo». Cita ad esempio i dati della prefettura di Brescia che «ha respinto il 75% delle richieste di status presentante, significa che quasi otto su dieci sono clandestini, a Milano siamo intorno al sessanta per cento. Gli italiani spendono 4 miliardi all'anno per farli campeggiare, noi abbiamo la testa dura e continueremo a denunciarlo finchè questo flusso non sarà bloccato». Salvini e la Bordonali sono rimasti circa quaranta minuti all'interno dell'hub. Al momento sono presenti 230 uomini, sessanta donne e dieci minori. «Ho trovato una situazione bellissima, sono contento per loro» commenta all'uscita il lumbard. Alcuni residenti hanno riferito a Salvini i disagi causati al quartere da alcuni migranti, un gruppo di cittadini invece teneva in mano le cartoline «Zona 8 solidale» per contestare l'iniziativa del Carroccio e i comitati del no. La Bordonali rilancia: «Perché non usiamo la caserma Montello per i nostri padri separati, per gli anziani o coloro che non hanno un tetto, se proprio non la si vuole usare per i militari?». All'interno «non manca proprio niente, ci sono ampie sale relax, una palestra, la moschea e perfino un campo da calcio a 11». Il Carroccio contesta il rinnovo del bando per accogliere i migranti ad aprile. L'accordo prefettura-Comune prevede che la Montella sia utilizzata per l'emergenza profughi fino al 31 dicembre, da gennaio dovranno partire i lavori per la nuova caserma della Polizia di Stato (va liberata quella in piazza Sant'Ambrogio, diventerà un campus dell'università Cattolica). Ma anche l'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi, coordinatrice di Fdi, sostiene ora che quell'accordo è in bilico: «Le ultime notizie sull'arrivo di altri immigrati a Milano mi portano a dire che la trasformazione della Montello in una Cittadella della sicurezza, è fortemente a rischio».
Il capogruppo Fdi in Regione Riccardo De Corato invita tutto il centrodestra a «manifestare davanti alle prefetture, per far sentire ai prefetti, longa manus del governo, la voce dei cittadini esasperati. Invito anche i sindaci».ChiCa
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