Una mostra per celebrare Tolkien e la Terra di mezzo

Lo Spazio Wow in collaborazione con Lucca Comics espone dal 14 gennaio le opere dei maggiori artisti

Simone Finotti

La storia di John Ronald Reuel Tolkien, il filologo-scrittore che, nel volgere di una ventina di anni, ha rivoluzionato il modo di concepire la narrazione fantastica conferendo al fantasy dignità letteraria, comincia 125 anni esatti or sono nel lontano Sudafrica, allora Stato libero d'Orange. Fu qui, a Bloemfontein, che il 3 gennaio 1892 vide la luce da genitori inglesi il futuro papà degli hobbit, geniale inventore di un mondo immaginario - Arda, con la sua leggendaria Terra di Mezzo - capace di affascinare milioni di lettori di ogni età e latitudine. Il 2017 è un anno da incorniciare per i suoi fan: si festeggiano anche gli 80 anni dalla prima edizione dello Hobbit (1937) e i 40 del Silmarillion (1977). Ricorrenze speciali, che danno un sapore unico all'iniziativa dello Spazio Wow di ospitare, dal 14 gennaio al 12 febbraio, la mostra «Lords for the Ring. I maestri italiani dell'arte fantasy incontrano J.R.R. Tolkien». Piatto forte, le quattordici opere definitive realizzate da alcuni dei più noti illustratori fantasy italiani per lo splendido Calendario 2017 dell'Associazione Italiana Studi Tolkieniani. L'esposizione, a ingresso libero, è la seconda realizzata in collaborazione tra Wow Spazio Fumetto e Lucca Comics & Games (le opere erano apparse in anteprima all'ultimo festival lucchese) e porta a Milano un piccolo scrigno di capolavori del genere. Per gli appassionati è un tuffo al cuore ad ogni tavola. E se è vero, come si dice, che «il mondo si divide in due: chi ha letto il Signore degli Anelli e chi sta cominciando a farlo», c'è da scommettere che anche i meno Tolkien-dipendenti troveranno un motivo valido per tuffarsi nell'universo fantastico di Bilbo, Frodo, Gandalf e «Compagnia», qui interpretato da Paolo Barbieri, Ivan Cavini, Alberto Dal Lago, Edvige Faini, Angelo Montanini, Daniele Orizio e Lucio Parrillo, sette assi della matita di fama internazionale che hanno deciso di cimentarsi «in una sfida da far tremare le gambe», dice Barbieri, anima dell'iniziativa.

Per un illustratore mettere mano a Tolkien vuol dire misurarsi con un capolavoro e con tutti i maestri che lo hanno illustrato, come i superlativi Alan Lee, John Howe e Ted Nasmith. Ma l'idea è proprio quella di «svecchiare» l'immaginario tolkieniano costruito sulle trilogie cinematografiche di Peter Jackson. «È possibile - si chiede il presidente dell'Associazione Tolkieniana Roberto Arduini - che non si trovi più un Aragorn che non somigli a Viggo Mortensen o una Arwen senza le fattezze di Liv Tyler?». Era ora di voltare pagina e il risultato è davvero pregevole, con visioni differenti e personalissime della più grande storia fantasy mai raccontata. E non di solo Signore degli Anelli si parla: emozionante, ad esempio, l'interpretazione di Alberto Dal Lago della «Battaglia dei cinque eserciti», momento culminante de Lo Hobbit, il romanzo sulle avventure di Bilbo scritto da un giovane Tolkien per intrattenere i suoi figli. Una meraviglia anche Smaug, a cui Edvige Faini restituisce la potenza terrificante che nella trilogia jacksoniana era andata un po' perduta. E il Gollum che Lucio Parrillo inquadra mentre precipita nel fuoco insieme all'Anello. O la romantica Eowyn di Ivan Cavini. Spiega Arduini: «Uno dei criteri è stato quello di scegliere scene che nei film non compaiono, come quando Glorfindel cede il suo cavallo Asfaloth a Frodo ferito».

Il successo è stato incredibile, le 1.350 copie realizzate sono andate a ruba. Le ultime cinquanta saranno disponibili proprio a Milano, il giorno dell'inaugurazione, costo sui 25 euro. Il consiglio, però, è di arrivare molto presto.

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