Cronaca locale

Movida, rifiuti e buche sono le vere emergenze di chi vive a Chinatown

I residenti consegnano un dossier al sindaco La promessa: «Più controlli dell'Annonaria»

Chiara Campo

Il dossier consegnato ieri dal comitato ViviSarpi a Beppe Sala si chiude a pagina 19 con un appello che vale (anche) come una stoccata: «Ci si attende per l'ultimo periodo della sua amministrazione una maggiore attenzione verso il quartiere che non si identifica solo con via Sarpi». Il sindaco ha organizzato ieri al Centro culturale cinese di via Sarpi 26 l'appuntamento della colazione con i milanesi che si sposta il sabato tra le varie zone della città. Un atto di solidarietà verso la comunità e i commercianti che stanno pagando, anche economicamente, gli effetti dell'emergenza coronavirus. Ma i residenti della zona hanno chiarito nei loro interventi che «per chi vive qui non c'è nessuna psicosi, i nostri problemi sono piuttosto la movida, le montagne di rifiuti esposti per strada da locali e ristoranti di via Aleardi e dintorni già alle nove di sera invece che alla mattina, i dehors che si allargano nella via pedonale Sarpi ben oltre il consentito, i topi nelle aiuole, la totale assenza di vigili in orario notturno quando si verificano risse, disturbo della quiete pubblica» e sempre più di frequente - lo conferma anche il delegato dei commercianti cinesi in Confcommercio, Francesco Wu, segnalando che il fenomeno negli ultimi giorni si è acuito - casi di vetrine spaccate. Flash dagli interventi in sala. Il sindaco anticipa che si dovrà discutere anche di una rivalutazione di via Bramante, «se abbia ancora senso il passaggio del tram e come si possano convertire alcuni ex negozi all'ingrosso». Il presidente Pierfranco Lionetto, che gli consegna alla fine il dossier di ViviSarpi, fa presente a Sala che «va bene guardare in prospettiva ma intanto oggi la strada è un disastro, piena di buche e pericolosa anche per i pedoni». Il Comune rattopperà di nuovo l'asfalto d'estate ma non basta, potrebbe concordare la sostituzione dei binari nel 2021. Il comitato segnala che i dossi installati per limitare la velocità nella «zona 30» sono rumorosi e disposti in maniera poco razionale, meglio sarebbe la segnaletica colorata sull'asfalto come in altri quartieri. E visto che a giugno aprirà in viale Pasubio il nuovo Museo del Compasso d'Oro e Lionetto chiede a nome dei residenti di «pensare a un accordo tra pubblico e privato per concedere a prezzi agevolati a giovani designer i locali lasciati vuoti da grossisti in via Bramante, potrebbe diventare una nuova strada dell'artigiano 4.0». E ribadisce che «c'è un inizio di movida molto pesante che va affrontata prima che la situazione degeneri». Gli interventi sul disturbo della quiete, regole non rispettate dai locali su esposizione dei rifiuti e canne fumarie («non dormo più per l'odore prodotto dal ristorante sotto casa» protesta un residente da 40 anni in via Giusti, e torna anche a chiedere di eliminare l'ingrosso da Chinatown. É Wu a ricordare che «i grossisti hanno licenze e spazi acquisiti regolarmente, discutiamo piuttosto di come si possono eliminare i disagi». Sala promette di convocare a breve un tavolo tra Comune, locali, Amsa per verificare responsabilità e prendere contromisure, intanto chiederà all'Annonaria «a fare più controlli prima che la situazione degeneri». I residenti chiedono di multare chi usa i cestoni dei rifiuti in maniera irregolare. Scriverà anche alle categorie dei tassisti per ricordare agli associati che via Sarpi «non va usata come scorciatoia», c'è chi segnala che viene fatto spesso, e anche a velocità sostenuta.

É partito nei giorni scorsi (dopo tante sollecitazioni da parte del quartiere e anche del consigliere Pd Alessandro Giungi) il restyling della pavimentazione in piazza Gramsci, a breve saranno installati pilomat per evitare il parcheggio selvaggio. Sala conclude che quelli sollevati sono «obiettivamente sono dei problemi, ma risolvibili.

E Sarpi è un esempio di integrazione e cambiamento riuscito, 15 anni fa non era appetibile prendere casa qui, oggi lo è eccome».

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