Oltre il danno la beffa. E viceversa. La vicenda già kafkiana delle multe per i manifesti elettorali abusivi della campagna elettorale 2011 - le ingiunzioni già emesse sono state ritirate in primavera dalla giunta per «presunti vizi di forma», corrette e rispedite con uno sconto collettivo pari a 4 milioni di euro - rischia di trasformarsi in una stangata sui milanesi. Non solo i politici, nonostante le polemiche sollevate da tre anni a questa parte dal capogruppo dei radicali Marco Cappato, finiranno per non versare un euro, ma toccherà al Comune - e quindi ai residenti - coprire le spese legali sostenute dai ricorrenti. Il primo caso è già chiuso: il giudice di pace ha annullato il 25 settembre le ordinanze di ingiunzione emesse dai vigili a carico di Edoardo Croci, ex assessore al Traffico della giunta Moratti che nel 2011 non si è ricandidato ma ha supportato la lista civica Milano Progetto Milano Migliore. Il suo legale, Gianmarco Brenelli, aveva spiegato che «come spesso accade per rimediare a una gaffe se ne commette una più grave». La difesa del Comune partiva già in salita, ma aver ritirato e riscritto le sanzioni pare che abbia fatto l'effetto davanti ai giudici di una toppa peggiore del buco. Tant'è, il Comune ha preferito archiviare le ingiunzioni, e in questo caso viene meno la pubblicazione delle motivazioni per la condanna, ma se in casi simili il giudice di pace stabilisce per prassi la compensazione delle spese legali (ciascuna parte sostiene le proprie), la difesa dell'ex assessore ha preteso e ottenuto la liquidazione da parte del Comune. Non si tratta di una cifra esorbitante, 1.312,74 euro che il 16 ottobre, con una determina dirigenziale, il direttore del Settore pubblicità ha già provveduto a stanziare. Ma il caso rischia di fare scuola. Lo scorso 3 settembre Palazzo Marino ha emesso le ordinanze di ingiunzione per un totale di 4.022 multe, dalla vecchia alla nuova versione l'importo complessivo è passato da 6 a 2 milioni di euro, con lo sconto-record al sindaco Giuliano Pisapia che rischiava di pagare 424mila euro e ne verserà appena 28mila, il 93% in meno. I verbali fanno capo a 42 tra ex candidati, partiti o committenti delle campagne. Se il sindaco, come gli assessori Pierfrancesco Majorino (43mila euro a carico) o Pierfrancesco Maran (7mila euro), hanno già assicurato che salderanno i debiti, rimangono una quarantina i potenziali ricorsi.
E se è buona la prima, moltiplicando per tutti quei casi le stessa cifra di oltre 50mila euro che rischiano di pagare i milanesi. Un grande bluff.Il Pd dovrebbe rispondere di 147mila euro, la Lega di 364mila, il Pdl 103mila euro, 21mila l'Idv, 26mila Pli, Rifondazione Comunista è scesa da 479mila euro a 58mila.
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