Multe al Ghisallo, giudice di pace annulla sanzione e condanna il Comune alle spese

Altre due sentenze accolgono i ricorsi degli automobilisti contro le contravvenzioni. Amministrazione comunale condannata a pagare le spese

Multe al Ghisallo, giudice di pace annulla sanzione e condanna il Comune alle spese

Migliaia di automobilisti multati sul cavalcavia del Ghisallo ora possono tirare un sospiro di sollievo. Il Giudice di pace Caterina Bonasoro ha annullato un verbale di accertamento d'infrazione nei confronti di una signora emesso dalla Polizia municipale di Milano e, in più, ha condannato l'amministrazione comunale al pagamento delle spese del giudizio (150 euro in tutto). E considerato che in un certo periodo si arrivava fino a 2500 verbali al giorno, fatti due rapidi conti la notizia non è delle migliori per Palazzo Marino. L'amministrazione comunale può sempre fare appello in tribunale, ma bisogna considerare tutte le conseguenze del caso (spese) e valutare bene costi e benefici.

Come spiega l'avvocato Marisa Marraffino, che ha difeso l'automobilista ricorrente, si tratta di una sentenza importante perché "il giudice è entrato nel merito per la qualificazione della strada". Ma leggiamo cosa c'è scritto nella motivazione: "Del tutto difforme appaiono invero le caratteristiche del tratto stradale denominato del Ghisallo, con la descrizione delle caratteristiche di una strada urbana di scorrimento ai sensi del disposto di cui all'art. 2 lettera D del Codice della strada... Ma il motivo principale di accoglimento - si legge ancora - attiene invero al mancato adeguamento della cartellonistica sui luoghi conseguentemente alla nuova classificazione della strada, nonché l'adeguamento alla revisione dei limiti urbani come da provvedimento richiamato". Il giudice evidenzia, quindi, l'errata qualificazione della strada, come peraltro è già stato segnalato al Ministero delle Infrastrutture e trasporti. Tradotto dal burocratese: non è normale uscire da un'autostrada e dopo poco trovarsi un limite di 70 km/h, anziché i 90 km/h, soprattutto visto che le segnalazioni non sono adeguate.

"Infatti - si legge ancora nella sentenza - se il tratto in questione è da considerarsi all'interno del centro urbano, considerata la classificazione adottata per giustificare l'utilizzo di ostazioni stabili ri rilevamento, non si comprende come il cartello di inizio centro abitato "Milano" sia posto esattamente alla fine del cavalcavia, ove è anche posto il cartello azzurro di fine extraurbana principale, che peraltro non è l'unico, in quanto se ne nota la presenza anche nel tratto precedente al cavalcavia: tale situazione confusionaria appare ulteriormente confermativa della mancanza di coordinazione fra i provvedimenti classificatori del tratto stradale e l'adeguamento della segnaletica in loco".

Delle multe del Ghisallo si parla da tempo a Milano. Dopo le prime polemiche sulle presunte irregolarità molti automobilisti hanno tentato la carta di farsi cancellare la multa, per evitare di dover fare ricorso.

L'amministrazione comunale ha risposto picche, accettando di annullare le sanzioni solo nei casi di vizi di notifica (non quindi per i vizi di merito). In questo caso, però, il giudice di pace è entrato (eccome) nel merito.

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