Disponibilità, entusiasmo, passione. Sono i tre ingredienti che spingono i volontari del Touring Club, spesso nonni in pensione o giovani appassionati di arte, a rinunciare a una domenica o una festa con la famiglia per aprire le porte di musei e palazzi storici altrimenti chiusi o visitabili a orari ridotti. A Milano sono 600 le persone che a titolo gratuito prestano servizio in 15 luoghi. Quattro - il Parco dell'Anfiteatro romano, il Museo studio dello scultore Francesco Messina, la Casa-museo Boschi di Stefano e la Collezione Grassi presso Galleria d'Arte Moderna - sono di proprietà comunale. er ora. Da qualche tempo i precari del Comune, col supporto dei sindacati, hanno avviato una battaglia per «sfrattarli» dai musei. E pare che abbiano bloccato per ora l'estensione del loro servizio, pronto a partire, a Palazzo Reale, Chiesa di San Maurizio e altri musei civici. Il comitato dei precari ha alzato il sospetto che i volontari vengano stipendiati con 3 all'euro all'ora, le sigle hanno affisso volantini e denunciato che questo sistema finirò per portar via il posto ai dipendenti. A preoccuparli è non solo l'iniziativa «Aperti per voi», la convenzione che dura dal 2005, ma la formula «Aperti al mondo» che in vista di Expo 2015 punta ad estendere la loro presenza a tutti i musei civici per allungare gli orari. La giunta ha già approvato la delibera, la determina per attuare l'accordo è ancora congelata. «Chiediamo da mesi che il Comune discuta con noi della riorganizzazione dei servizi per Expo, del rafforzamento del personale su musei, anagrafe, biblioteche. Ma le relazioni sindacali sono praticamente inesistenti» attacca il portavoce del Csa Aldo Tritto, anticipando che «a breve organizzeremo un'assemblea unitaria che rischia di trasformarsi in uno sciopero di tutti i comunali entro fine maggio perchè ci sono troppi problemi aperti sul tema del personale». Il volontariato culturale è un «di cui», ma finendo nel calderone delle rivendicazioni rischia di provocare un danno ai turisti e ai milanesi. Il sindacalista critica: «Se il Comune continua a usare volontari, i precari rimangono a casa e non vengono assunti giovani laureati in Beni culturali o diplomati a Brera». Ma soldi da investire su nuove assunzioni, par di capire, con il Bilancio già in rosso non ce ne sono. E per fortuna il Comune può contare (almeno) sul contributo, non pagato, di tanti appassionati. Il presidente del Touring Franco Iseppi, di fronte alle rimostranze di precari e sindacati, rimarca che «i volontari non possono nè vogliono in alcun modo sostituire il personale del Comune a cui è affidata la sorveglianza dei luoghi, ma si affiancano a loro e garantiscono l'apertura tutto l'anno, spesso anche durante le festività, di sedi altrimenti inaccessibili o solo per orari limitati. É chiaro che nel momento in cui il Comune fosse in grado di occuparsi adeguatamente con risorse proprie di questi musei, noi toglieremmo le nostre». E precisa che il contributo pubblico copre solo le spese di formazione e promozione, i singoli «non prendono affatto 3 euro all'ora, questo è il rimborso giornaliero per l'uso dei mezzi Atm». Chi viene da fuori, spende di tasca propria per il collegamento fino a Milano. E Iseppi rivendica, specie in vista di Expo, il «diritto dei cittadini di occuparsi del patrimonio pubblico, che va ben oltre il pur giusto diritto al lavoro».
Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale attacca: «É una vergogna che in una città come Milano l'incapacità della giunta di trattare con i sindacati e risolvere i problemi del personale metta a rischio iniziative lodevoli messe in campo dal volontariato. É una grande risorsa che il Comune non sa cogliere».
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