Al tavolo ci sono sei milanisti e un interista (Gabriele Abbiati della Lega) ma scendono tutti in campo con lo stesso obiettivo: salvare il Meazza. «No demolizione San Siro» è il comitato lanciato ieri in primis dal consigliere di Forza Italia Pietro Tatarella e dal presidente azzurro del Municipio 7 Marco Bestetti a cui hanno aderito subito Fabrizio De Pasquale e Luigi Amicone di Fi, il leghista Abbiati, Matteo Forte capogruppo di Milano Popolare e anche Enrico Marcora, il «ribelle» della lista Sala che contesta senza mezzi termini il sindaco: «Sono contrario all'abbattimento, diminuire i posti da 80mila a 60mila come prevede il progetto del nuovo impianti significa far partecipare meno persone, il calcio è ancora uno sport popolare, si alzerebbe il prezzo dei biglietti. E segnalo che ancora una volta il consiglio non è stato tenuto in considerazione dal sindaco e dalla giunta, gli eletti devono potersi esprimere sui fatti importanti». Primo atto del comitato è la raccolta delle firme necessarie per indire un referendum, le prime mille per proporre il quesito contro l'abbattimento di San Siro al garante e poi 15mila firme per indire la consultazione popolare. C'è già il logo (nella foto). «Raccoglieremo le firme in un mese - assicura Tatarella -, invitiamo anche la società civile a unirsi alla nostra battaglia e servirebbero testimonial», butta lì l'invito a «un tifoso come Diego Abatantuono». Uno stadio in condivisione «è una scelta provinciale - sostiene il consigliere azzurro -: uno si costruisca il nuovo stadio e l'altro ristrutturi il Meazza. L'impianto con 60mila posti sembra un modo per permettere a pochi, che si possono permettere anche ticket più costosi, di andare a San Siro mentre gli altri stanno sul divano davanti alla tv». Il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale aggiunge che il comitato si recherà anche dal sovrintendente: «Lo stadio è un bene pubblico iniziato nel 1925, il galoppatoio e il trotto sono già tutelati, chiederemo il vincolo anche per il Meazza». Matteo Forte aggiunge che «anche su questa vicenda la giunta brancola nel buio, si fa dettare la linea dai club, manca un visione». E Abbiati ricorda che «il Times ha inserito San Siro al secondo posto nella classifica degli stadi più belli del mondo». Forza Italia presenterà anche un'osservazione al Piano di governo del territorio aprendo alla possibilità di aumentare le volumetrie commerciali sull'area ma dicendo no alla demolizione. E il presidente Bestetti avverte: «Oltre all'errore nel merito, ossia aprire alla demolizione dell'impianto, da parte della giunta c'è un errore di metodo_ ci ha raccontato per anni che la partecipazione è un elemento fondante e su un tema così rilevante mostra un'apparente indifferenza, il sindaco abdica al ruolo di regista e non consulta i milanesi».
La politica si divide. L'assessore allo Sport Roberta Guaineri si sbilancia ben più del sindaco sostenendo che San Siro è uno stadio storico «ma non si può bloccare il progresso, se c'è la possibilità di creare realtà più belle, affascinanti e innovative. Tutti i milanesi sono affezionati a San Siro e vedere modifiche provoca sempre sconvolgimenti ma non possiamo farci influenzare dal profilo emotivo. Dobbiamo evitare ogni tipo di perdita per la città, il Comune farà il Comune e valuterà progetti e vantaggi per Milano». Il governatore leghista Attilio Fontana sul tema è laico: «L'importante è che vinca il Milan, poi può giocare ovunque. Se si abbatte San Siro si spezza una parte del mio cuore ma mi rimetto alle scelte delle due squadre e del sindaco». Contrarissimo alla demolizione invece l'ex sindaco Gabriele Albertini: «Mi riuscirebbe difficile pensare a Milano senza San Siro, è la Scala del calcio. Non mi piacerebbe e sono contrario alla demolizione, vedrei meglio un restyling, quand'ero sindaco nessuno me l'ha mai proposto». Ma legge anche le parole del sindaco Beppe Sala, la condizione che un nuovo impianto resti comunque di proprietà comunale, come «un modo soft per dire no, potrebbe essere una scelta politica e non tecnica». E aggiunge che «avere la concessione di 99 anni rinnovabili è quasi una concessione di proprietà».
Alan Rizzi, sottosegretario in Regione e ex assessore allo Sport della giunta Moratti, boccia la demolizione e fa presnete che il Comune deve stare bene attento a non incappare nella Corte dei conti. Si dissocia dalla linea di Forza Italia il consigliere Alessandro De Chirico: «San Siro non è il Colosseo, prima di prendere una posizione valutiamo le condizioni pratiche ed economiche».
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