Stop ai vincoli storici che bloccano da decenni il recupero di edifici abbandonati. Il sindaco prova a lanciare un censimento dei luoghi che con le regole stringenti poste dalla sovrintendenza «sono degradati da 20 anni e rischiano di rimanerlo per i prossimi venti». In cima ai pensieri c'è l'ex istituto Marchiondi a Baggio, simbolo dell'architettura brutalista e (anche) degli scheletri di cemento in città. E ci mette pure la caserma di via Mascheroni («se ti dicono di mantenere un fregio di 20 metri sul deposito munizioni, poi è ovvio che di quel complesso non si fa niente»).
Beppe Sala ne ha parlato ieri durante un incontro con i cittadini in zona 7. Si parla di problemi e progetti in cantiere per Gallaratese, Lampugnano e ovviamente Qt8, il quartiere al centro delle polemiche tra Comune e il ministro M5s dei Beni culturali Alberto Bonisoli proprio per l'avvio della tutela monumentale. La giunta chiede che si limiti ad un vincolo paesaggistico. Il braccio di ferro è partito sullo stop ai lavori (poi ripresi comn modifiche) al Giardino dei Giusti, ma la tutela avviata dal Ministero sta bloccando anche opere pubbliche come la recinzione della scuola Martin Luther King e un'altra cinquantina di pratiche edilizie. «Mettere sotto tutela tutto il Qt8 è un errore madornale, una decisione disgraziata contro cui mi batterò, ne parlerò in settimana a Bonisoli - insiste il sindaco -. Se porta a una paralisi dello sviluppo è la fine. Ma ci sono molti casi in cui il vincolo va rivisto, ne ho parlato anche con il prefetto Renato Saccone perchè bisogna esaminare queste situazioni anche dal punto di vista della sicurezza». Se un vincolo troppo rigido «fa sì che quelle aree non verranno mai recuperate e saranno soggette a occupazioni abusive, è un problema. Ho chiesto al prefetto di valutare se esistono misure per chiedere alla sovrintendenza indirizzi che favoriscano la rioccupazione virtuosa, ci sta lavorando. Io ho chiesto all'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran di fare un censimento dei casi». L'ex Marchiondi, progettato e realizzato nel 1952 dall'architetto Vittoriano Viganò in via Noale, viene ripetutamente occupato. Aveva avuto una chance di rinascere come campus del Politecnico, ma nel 2014 l'ateneo abbandonò il progetto (anche) per i vincoli rigidi che facevano lievitare i costi. E «il Comune non ha 25 milioni per riqualificare l'edificio». In via Giovenale invece è un comitato di cittadini a chiedere di tutelare un edificio del 1931 per stoppare la costruzione di torri di 14, 10 e 9 piani, case per studenti in zona Bocconi. Sala aggiunge il caso delle caserme lasciate come relitti: «Ne ho discusso col ministro dell'Economia Tria, abbiamo l'interesse comune di vendere beni inutilizzati conferendoli insieme al fondo Invimit, il problema è che i veri beni dello Stato su Milano sono quelli della Difesa. Fino ad oggi non sono mai stati conferiti ma si perde un'opportunità. Esempio eclatante la caserma di via Mascheroni, lasciata vuota su un'area ad altissimo valore». Punto per punto, l'assessore Maran fa presente che il Marchiondi «ha un vincolo che ne rende impossibile il recupero. Le istanze dei cittadini per bloccare le torri di via Giovenale? É legittimo opporsi alle nuove residenze ma l'edificio attuale non ha alcun interesse, è chiaramente strumentale. Il vincolo sul Qt8 grida vendetta e quello sui Navigli è molto vecchio e propone limitazioni anacronistiche, peraltro incoerenti con tanti progetti andati avanti lo stesso. Oggi chiunque fa un intervento nei pressi dei Navigli deve essere autorizzato anche per piccole modifiche. Il tema di fondo è che anziché alleggerire i vincoli volti a ottenere risultati più rapidi, a livello nazionale stanno addirittura pensando a ulteriori inasprimenti su edifici privati. Una deriva ideologica, vista appunto nel caso del QT8, che poco ha a che vedere col modo di lavorare di Milano».
Proprio pochi giorni fa ha invocato lo stop al vincolo sul Marchiondi il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti (Forza Italia), ora appoggia il pressing del sindaco sulla sovrintendenza: «O mette ingenti risorse per il recupero o rimuove il vincolo. Col passare degli anni invece di tutelare l'edificio ha garantito solo un crescente degrado. Dell'originale gioiello architettonico non è rimasto nulla, solo un rudere senz'anima che non rende onore alla sua storia. Portiamo al Marchiondi una funzione di interesse pubblico che generi ricadute sul territorio».
Il capogruppo M5S Gianluca Corrado contesta invece la posizione di Sala contro il vincolo sul Qt8: «La giunta della cementificazione selvaggia rispetti la storia del quartiere, non contano solo gli oneri di urbanizzazione».
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