
Benvenuti nel fantasmagorico mondo degli NFT, acronimo che sta per «non-fungible token», l'ultima frontiera della tecnologia blockchain e della proprietà intellettuale in rete. Lanciati in tempi recenti nel mercato dell'arte in sostituzione delle opere tangibili come «certificati di garanzia della rarità digitale di un bene», essi approdano - le vie del Signore sono infinite - anche nel venerando archivio della Fabbrica del Duomo. Promotrice e protagonista è Giallozafferano, la testata digitale di punta di Mondadori in tema di food, che ha ufficialmente presentato i primi NFT da collezione di celebri ricette italiane firmate da alcuni dei più blasonati chef di casa nostra. Una delle opere, la fotografia digitale del milanesissimo risotto allo zafferano, è stata ieri donata all'Archivio del Duomo e andrà per sempre ad arricchire un patrimonio documentario e librario raccolto in più di seicento anni di storia. Un'opera e un atto niente affatto casuali, se consideriamo l'antica liason che lega il risotto giallo alla storia della Cattedrale, dall'epoca in cui i maestri vetrai utilizzavano lo zafferano per la colorazione delle vetrate, fino a quando venne l'idea di colorarci anche il riso. Va sottolineato che la Veneranda Fabbrica appare sempre più ricettiva alla tecnologia digitale, avendo appena inaugurato la sua prima piattaforma a cura di Google Arts & Culture.
In questo caso l'operazione - realizzata in collaborazione con OMD Italy e sviluppato insieme ad ACTA Fintech, società di consulenza specializzata in NFT - fa parte di un progetto più ampio con cui Giallozafferano intende lanciare sul mercato virtuale opere digitali che certifichino i piatti cult dell'eccellenza gastronomica italiana. Finora 15 le opere che saranno certificate, quattro delle quali sono state presentate in occasione dell'evento in Duomo: oltre al risotto alla milanese firmato dal pluristellato Alessandro Negrini, figurano il tiramisù tradizionale di Frau Knam e la versione speciale di Ernst Knam, la pizza margherita del campione mondiale Davide Civitiello e la Carbonara di Luciano Monosilio. Tutti i piatti sono stati fotografati dall'artista digitale Marianna Santoni, per poi essere trasformati in NFT in edizione limitata. La collezione di NFT comprenderà altre ricette iconiche, come le orecchiette alle cime di rapa di Fabio Abbattista, la focaccia genovese di Ezio Rocchi, la parmigiana di melanzane di Daniele Rossi, le lasagne al ragù, l'amatriciana, il pesto, gli arancini, la fiorentina, la polenta, la pastiera e il gelato. «Da sempre Giallozafferano è in prima linea nel cogliere le innovazioni offerte dal digitale nel promuovere la cucina italiana, in un percorso di evoluzione continua - ha dichiarato Andrea Santagata, direttore generale di Mondadori Media - Ora facciamo un passo in più, approdando nel Metaverso: un progetto con il quale ci mettiamo ancora una volta al servizio dell'autenticità e della promozione della grande cucina italiana nel mondo».
Esiste in questo progetto anche una componente legata al sociale. Per ogni ricetta verranno infatti creati 99 esemplari, di cui 98 saranno acquistabili sul mercato attraverso la piattaforma Opensea al prezzo di 99 euro, contribuendo alle attività benefiche di Banco Alimentare.
Per ogni ricetta verrà inoltre messo all'asta un NFT Special Edition, al prezzo base di 5.000 euro: al possessore è riservato uno showcooking esclusivo con lo Chef autore del piatto negli studios di Giallozafferano e una cena privata per 4 persone.