Nelle mense della Caritas meno stranieri e più italiani

Nelle mense della Caritas meno stranieri e più italiani

«Il peggior male della civiltà occidentale non è il consumo ma lo spreco». Lo disse madre Teresa di Calcutta e lo ripete don Roberto Davanzo. E' un concetto da tener ben presente in questo momento, in questi cinque anni di recessione che «stanno erodendo la speranza sia degli italiani sia degli stranieri. Dalla povertà non si esce facilmente» ha detto il presidente della Caritas, presentando il «Rapporto sulle povertà nelle diocesi di Milano» giunto alla dodicesima edizione.
I dati possono parlare al cuore sulla miseria che stiamo vivendo? Una miseria non solo economica ma anche umana, che prostra e umilia. I numeri dicono: tra il 2008 e il 2012 il tasso medio di presenze nei centri d'assistenza è stato del 4,25% per gli italiani e dello 0,2% per gli stranieri, che sono la maggioranza con il 71,3%, composto dal 56,6% di extracomunitari regolari, l'8,8% comunitari e il 5,9% extracomunitari irregolari; nello scorso anno il 37% di connazionali si sono rivolti alla Caritas per avere pane e sacchi d'alimenti. La diminuzione di stranieri è dovuta soprattutto ai peruviani (-18%) che ritornano nella loro terra e agli ucraini (-19,5%).
«In vista di Expo 2015 voglio puntare il dito contro il meccanismo di produzione che genera sprechi. Sempre più supermercati si accordano con i centri d'ascolto per donare derrate che altrimenti finirebbero in una discarica» ha aggiunto don Davanzo. C'è un amaro principio: nei periodi di crisi i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, un meccanismo che l'umanità non può tollerare se vuole meritare il nome di civiltà evoluta. La piaga più dolorosa che colpisce gli italiani è la mancanza di reddito, che costringe a pietire i beni di primo sostentamento, un piatto di pastasciutta, un sacco di pane, mancanti a causa della disoccupazione.
Dal 2011 al 2012 le persone che sono senza lavoro da lungo periodo, ovvero che sono disoccupate da più di un anno, sono aumentate dell'11,5%. Tra di loro il 13% sono italiani mentre il 10% sono immigrati. Lo studio è tarato su 59 dei 330 punti d'ascolto sparsi tra le zone del capoluogo lombardo, Varese e l'area brianzola (Monza e Lecco); ha coinvolto 16.560 persone. Per tamponare i guai generati dalla recessione economica stanno crescendo nelle parrocchie le istituzioni di «Fondi per la famiglia e per il lavoro». Secondo Luciano Gualzetti, vicedirettore della Caritas Ambrosiana «l'unico modo per far fronte a questa crisi economica è la volontà di ricostruire quei legami di solidarietà tra i nuclei famigliari» che costuitisce la vera ricchezza di un territorio.
Anche l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, continua con gli stanziamenti d'aiuti.

Ieri sono stati approvati: 829 mila euro destinati alla consegna di pasti caldi a domicilio agli anziani tra luglio e settembre; 1,7 milioni di euro di sussidi integrativi per anziani indigenti; 1,1 milioni di euro per erogare una somma personale di 120 euro mensili agli anziani ricoverati in Rsa; 9,8 milioni di euro a favore dei minori per rette di ricovero in servizi residenziali. Altri introiti raggiungeranno le famiglie con disabili. In tutto 44 milioni da distribuire alle persone in difficoltà fino alla fine di settembre.

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