Classe 1974, consigliere comunale da dieci anni e presidente dell'aula negli ultimi 5, Lamberto Bertolè - terzo più votato nella lista del Pd - è il neo assessore al Welfare e alla Salute.
La delega alla Salute non c'era dai tempi della Moratti.
«É giusto che il sindaco l'abbia prevista e tenuta insieme al Welfare, benessere e cura della persona devono avere un approccio integrato».
Dopo la pandemia, serve a dare più voce al Comune sui temi sanitari?
«La lezione del Covid ci ha dimostrato come la sanità territoriale sia fondamentale, e il Comune deve giocare una partita visto che conosce più da vicino i bisogni dei cittadini. Serve un maggiore dialogo con la Regione. Il Pnrr prevede case di comunità? Vogliamo dire la nostra sui luoghi dove collocarle, e serve un sistema di assistenza domiciliare adeguato ai bisogni».
Ha già sentito l'assessore regionale al Welfare Letizia Moratti?
«Aspetto di entrare in funzione al cento per cento, a breve firmerò l'accettazione dell'incarico e farò tutti gli incontri del caso. Il mio approccio sarà approntato a costruire alleanze con tutti gli attori pubblici e le realtà cittadine, la sfida del Welfare si costruisce insieme. Dialogheremo e poi dovremo tutelare i bisogni della città, quindi terremo il punto laddove necessario».
Ogni settimana si intensificano le proteste dei no vax. É preoccupato?
«Innanzitutto va ribadita con forza l'importanza dei vaccini e del green pass come strumento per uscire dalla pandemia, per riprendere la vita personale e professionale in maniera ancora più veloce. Sulle proteste no vax, si è scatenata una dinamica di strumentalizzazione anche da parte di frange estremiste e mi aspetto che tutte le forze politiche le condannino molto chiaramente».
Ci sono stati episodi più violenti ma la partecipazione ai cortei è massiccia ed eterogenea, come lo spiega?
«C'è una miscela di motivazioni diverse, risentimento e rabbia sociale oltre al tema del vaccino in sè. Dobbiamo insistere e spiegare l'importanza dei vaccini per tutelare ripresa e salute, e chi ha ruoli pubblici deve dare forza al piano senza ambiguità e senza strizzare l'occhio ai no vax».
Partendo dalla delega alla Salute, quali saranno i suoi primi passi?
«La Sanità è competenza regionale ma il sindaco è il responsabile della salute dei cittadini, per questo è importante avere più voce in capitolo. Vogliamo che a Milano ci sia una medicina di territorio più vicina alle persone, in alcuni quartieri mancano medici di base, è un problema da risolvere e va rafforzata l'assistenza domiciliare. Molti esperti si stanno mettendo a disposizione del Comune».
E sul Welfare?
«Abbiamo un sistema del terzo settore straordinario da coinvolgere, serve un grande lavoro di squadra per un sistema di welfare efficace e innovativo, che esca dagli ambiti più ristretti dei servizi sociali e coinvolga cultura, sport, educazione. Dobbiamo impostare il nuovo piano triennale dei servizi sociali, ci porterà a confrontarci in fretta sulle strategie».
La pandemia ha scatenato anche un'emergenza giovanile. Cosa potete fare?
«Dobbiamo accorgerci del disagio
giovanile non solo quando i giovani trasgrediscono ma anche quando si ritirano, il tema drammatico dell'aumento del disagio tra gli adolescenti in questi due anni esiste e la città ha gli strumenti per rispondere anche a loro».
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