Preso il flagranza, il giovane albanese ha tentato il tutto per tutto rifiutandosi di confessare dove avesse celato i quasi due chili di esplosivo che aveva messo in vendita. Gli agenti della mobile hanno allora chiamato i cinofoli, scoprendo però come tutti i cani fossero già in servizio. Così è stata chiamata la «Nina» che, nonostante sia in pensione da sei mesi, non ha perso il fiuto e ha subito scovato il nascondiglio.
La «Nina» è un Labrador Cocolate di 9 anni, sette dei quali passati a scovare esplosivi di tutti i tipi. In estate è stata posta in «riposo» per godersi con serenità gli ultimi anni. Ma, pensione o no, rimane sempre un cane poliziotto, sempre pronta a combattere il crimine. Come l'altro giorno, quando gli investigatori della sezione «criminalità straniera, guidati dal commissario capo Givanni Schettino e dal sostituto commissario Mauro Antignano hanno chiuso il cerchio su un'inchiesta iniziata a gennaio. I poliziotti infatti avevano avuto notizia di alcuni balordi che stavano cercando di piazzare un paio di chili di esplosivo. Un agente sotto copertura hanno contattato i balordi, iniziato la trattativa, pattuendo un prezzo di 20mila euro.
L'altro giorno al casello di Lodi un albanese di 33 anni si è presentato con un campione di 20 grammi ed è stato subito arrestato, ma non ha voluto rivelare dove nascondesse il resto. Un resistenza vanificata dall'intervento della «Nina» che ha portato alla scoperta di 1,7 chili di esplosivo da mina, nascosti in un cascina e una pistola 7,65.
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