I manifesti con un grattacielo in fiamme «non lasciano presagire niente di buono» ammette l'assessore regionale Fdi Riccardo De Corato. E forse non sbaglia. Domani sarà un sabato ad alta tensione a Milano, tre manifestazioni contro la Regione - dalla sinistra che prova sfruttare l'emergenza Covid per lanciare con largo d'anticipo la campagna per il Pirellone dove non tocca palla da 26 anni - ai centri sociali che hanno imbrattato giorni fa la statua di Indro Montanelli o scritto insulti sui muri contro Fontana e Sala, fino al corteo degli anarchici. Quello che simboleggia la città a ferro e fuoco e tiene in allarme le forze dell'ordine. In ordine di escalation, il primo flash mob è quello promosso da una settantina di associazioni in piazza Duomo alle 15 - con la regia dell'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino - contro la sanità lombarda. La segretaria dem Patrizia Roggiani ha precisato che il partito sarà presente con una delegazione, per evitare assembramenti. Vengono rilanciate le regole da seguire per evitare polemiche: da rimanere fermi al posto segnato col gessetto fino a «evitare di condividere cellulari e bottiglie d'acqua». A parlare dal palco i soliti Claudio Bisio, Lella Costa, Cecilia Sarti Strada, Vittorio Agnoletto, Susanna Camusso e ovviamente Majorino che in piena emergenza si è scatenato contro l'assessore al Welfare Giulio Gallera e il governatore Attilio Fontana e, più che al voto in Regione, guarda a invece quello del 2020 in Comune, sperando in cuor suo che Beppe Sala non si ricandidi per provarci. «Da mesi il Pd specula su una tragedia per gettare fango sulla Regione - commenta il capogruppo lombardo di Forza Italia Gianluca Comazzi -. Il sabotaggio della commissione d'inchiesta sul Covid lo dimostra: alla sinistra interessano più i giochi di potere che gli approfondimenti sulla gestione della pandemia, che potrebbero mettere in luce responsabilità evidenti da parte del Governo Conte. Per questo il Pd ha messo subito il cappello sulla manifestazione: non riuscendo a vincere alle urne la sinistra soffia sul fuoco della protesta, nella speranza di conquistare una regione che da oltre vent'anni li vede relegati all'opposizione. Non stupisce neanche l'attivismo di Majorino: scomparso per mesi dai radar, spera forse che Sala gli lasci la poltrona libera». Il commissario cittadino della Lega Stefano Bolognini sottolinea che «in città decine di attività non riapriranno, in migliaia hanno perso il lavoro o aspettano la Cig e da Majorino e Pd non abbiamo sentito una critica al governo».
Alla stessa ora, le 15, i centri sociali manifesteranno sotto Palazzo Lombardia. L'appuntamento viene rilanciato tra gli altri da Lume (che ha rivendicato domenica scorsa l'assalto con la vernice rossa alla statua di Montanelli), collettivo Zam (su cui indaga la Procura per le scritte anti Fontana su muri) e dal Lambretta, tutti accomunati dall'occupazione illegale di spazi pubblici. «É l'ennesimo schiaffo alla città da parte della sinistra estrema e radicale che gode dell'impunità garantita dal Comune» ammette l'eurodeputata leghista Silvia Sardone. Parla ovviamente anche del terzo appuntamento, quello promosso da sigle anarchiche che arriveranno anche dal resto della regione ed è considerati e ad alta tensione. Alle 16 il concentramento in piazzale Loreto, poi il presidio si trasformerà in corteo lungo via Padova e oltre. «Non vogliamo tornare alla normalità perchè la normalità era il problema» lo slogan.
Tra le richieste però c'è la «liberazione dei compagni anarchici» arrestati per terrorismo tra Milano e Bologna lo scorso 13 giugno. Niente a che vedere con la sanità. Il governatore Attilio Fontana invece sarà a Roma: domani accompagnerà una delegazione di medici e infermieri lombardi in visita da Papa Francesco.
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