"Un nome senza tessera per riprenderci Milano"

Salvini apre la marcia per le Comunali: «Ho visto gente in gamba fuori dai partiti»

"Un nome senza tessera per riprenderci Milano"

Da piazza San Babila Matteo Salvini lancia la «lunga marcia che arriverà tra un anno e mezzo a eleggere sindaci nuovi anche a Milano, Roma, Torino e Bologna». Il leader della Lega, in piedi su una scaletta usata a mò di palcoscenico («è un nuovo modello di comizio, così non paghi l'occupazione del suolo pubblico» scherza con i suoi) manda l'avviso di sfratto a Beppe Sala. O a chi per lui, visto che il sindaco in carica ha annunciato che deciderà solo a settembre se ricandidarsi per il bis a Palazzo Marino. «Cosa farà lui - precisa Salvini accanto al gazebo per la campagna di tesseramento del partito - non lo so, chiedetelo a lui, noi stiamo incontrando persone di assoluto livello e abbiamo l'ambizione di offrire un cambiamento ai milanesi a prescindere da quello che sarà il candidato a sinistra». E a Milano, come nelle altre grandi città che andranno al voto nel 2021, il segretario della Lega vuole nomi della società civile, lo ha ribadito con più forza ieri (anche) agli alleati: «L'obiettivo - premette - è mandare a casa Pd e 5 Stelle che stanno mostrando tutto il loro nulla, a Roma come a Milano. Stiamo incontrando tanta bella gente della società civile, che non ha mai fatto politica e si sta avvicinando a Lega e centrodestra in generale, per me è un motivo di orgoglio, vuol dire che stiamo lavorando bene. A Milano ho visto persone molto in gamba, senza tessera di partito in tasca, e quindi prima se ne parla con gli altri della coalizione e poi si parte. Avere la tessera non è un disvalore ma se uno ha un'idea chiara della Milano che sarà, se culturalmente è della nostra area politica, anche senza essere iscritto è il benvenuto». É un ragionamento che fa per Milano ed estende alle prossime Regioni al voto: «Perchè spartirsi i territori in base ai partiti? Secondo me è un tentativo che va fatto, se ci sono persone che si mettono a disposizione e arrivano da fuori perchè dire di no? Usciamo dai recinti dei partiti, andiamo oltre, Milano merita tanto e il centrodestra non ha solo il diritto ma il dovere di allargare, coinvolgere». Alla cena organizzata da Fratelli d'Italia al MiCo in Fiera due sere fa la leader Giorgia Meloni aveva confermato di essere «sempre favorevole al meccanismo delle primarie, se invece c'è una figura o una personalità che, secondo il punto di vista di tutti, può agevolmente rappresentare la nostra proposta, ancora meglio». E Salvini ha confermato che «se ci sono nomi eccellenti che mettono d'accordo tutti si può risparmiare tempo e denaro». E tira una stoccata a Sala: «Milano - dichiara - è una città incredibile che corre a prescindere dai sindaci. Ma io visito anche parecchie periferie, lontanissime da San Babila e da Palazzo Marino, e dico che è bell avere un centro curato ma Milano è tanta altra roba, è il Gallaratese, la Bovisa, il Giambellino, non solo la ztl del centro storico, e mi sembra che qualcuno si occupi tanto della zona Duomo». In piazza i «colonnelli» della Lega, da Stefano Bolognini a Alessandro Morelli, Igor Iezzi, Silvia Sardone. C'è anche il presidente del Policlinico Marco Giachetti, già citato tra i candidati papabili.

Tra i nomi che girano spesso ci sono il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, il giornalista Paolo Del Debbio. Anche la Meloni ha accusato la giunta Pd di non guardare oltre i confini di Area C: «Le periferie sono abbandonate a se stesse, noi vogliamo un sindaco di tutti i milanesi».

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