«Non ci servono manager e uomini della provvidenza. E la stagione dei candidati di centro che fanno vincere a Milano si è stata definitivamente archiviata nel 2011, con l'elezione di Giuliano Pisapia».
Paolo Limonta, coordinatore dei Comitati x Milano (gli «arancioni»), va controcorrente? In questi giorni c'è un forte pressing del centrosinistra sul commissario Expo Giuseppe Sala e lei lo stronca così?
«Io ho detto che i candidati alle primarie del 2011 erano di sinistra e quelli del 2016 devono essere di sinistra, perchè io voglio ripetere la trascinante campagna elettorale di 5 anni fa con il cuore e la passione che hanno motivato migliaia di milanesi. Milano si rivince con cuore, coinvolgimento, visione, con qualcuno che ha partecipato dall'inizio al percorso dell'amministrazione e ne ha condiviso pienamente i contenuti. É cresciuta una classe politica in giunta, consiglio, nelle zone, nelle società partecipate. Non ci servono i manager che hanno fatto altro».
Sala ha gestito Expo anche per conto del Comune, e il sindaco lo ha riempito di complimenti in questi giorni. Non proprio estraneo.
«Si è occupato di Expo e anche bene ma non ha lavorato con questa amministrazione per realizzare i cambiamenti significativi della città. I comitati che hanno sostenuto Pisapia nel 2011 si aspettano che il suo sostituto esca da questo percorso, l'appartenenza a quel percorso consente di mobilitare le risorse del 2011».
L'assessore Pierfrancesco Majorino, che è già sceso in campo, ieri ha puntualizzato che è stato «il dirigente di punta di Letizia Moratti».
«É la realtà, è stato direttore generale quando governare il sindaco di centrodestra e se avesse rivinto la Moratti probabilmente avrebbe continuato».
Per questo dice che «non appartiene» al vostro percorso di sinistra. Ma mettiamo che si candidi e vinca le primarie, come vi comportereste?
«Ripeto che per rifare la campagna del 2011 la condizione indispensabile per me e gli uomini e donne che con me la guideranno è sostenere persone che siano state profondamente partecipi del percorso. Entro pochissimi giorni, ai primi di novembre, vanno fissate le scadenze per la presentazione delle candidature e delle firme necessarie. Prima avremo davanti i nomi veri e prima potremo decidere come comportarci. Alcuni si sono già presentati e sono di sinistra, chi è intenzionato lo dica in fretta e mi auguro sia di sinistra. Il 7 febbraio si fanno i gazebo ed è già tropo lontano temporalmente, non possiamo permetterci di allontanarlo anche politicamente».
Non ha risposto esattamente alla domanda.
«Ho forti dubbi che Sala, se partecipasse sul serio alle primarie e le perdesse, rimarrebbe a lavorare pancia a terra per il vincitore, è una regola ed è stata rispettata nel 2011 da Stefano Boeri e Valerio Onida. La accetterebbe? Non credo».
Per Piero Bassetti, tra i promotori del movimento civico per Pisapia, oggi le primarie si possono evitare. Il sindaco dovrebbe unire la coalizione su un nome, magari proprio Sala, invitando chi è più debole a ritirarsi.
«Non parlo per Giuliano ovviamente, ma ripeto quanto ha detto fino ad oggi e credo sarà la sua linea fino alla fine: non vuole indicare lui un nome ma promuove come noi delle primarie propositive sui contenuti e a cui possano partecipare personalità della società civile. E prima la coalizione si ritrova per le questioni tecniche, come la raccolta firme, meglio è per tutto il centrosinistra».
Non cederà ai pressing? Si stanno facendo insistenti.
«Di solito le pressioni nei suoi confronti sono controproducenti, non ottengono l'effetto positivo sperato da chi le fa».