Non passa il "patentino" antifascista

Il Pd lo toglie per far votare la mozione che chiede lo scioglimento di Forza Nuova

Non passa il "patentino" antifascista

È stata approvata con 25 sì, 2 no e ben 40 non partecipanti al voto, ovvero tutto il centrodestra la mozione del Pd, (monca del «patentino antifascista»), che chiede la condanna del fascismo e lo scioglimento di Forza Nuova, arrivata in aula a 3 settimane dall'assalto alla sede nazionale della Cgil di Roma di esponenti di estrema destra durante il corteo contro il Green pass.

Nella mozione si perde un punto cardine ovvero la richiesta al presidente della Regione di «assicurarsi che tutti gli incontri che avvengono in sedi istituzionali di Regione Lombardia prevedano che gli organizzatori si impegnino per iscritto a riconoscere e rispettare i principi, le norme e i valori della Costituzione italiana, repubblicana e antifascista». Il dibattito di ieri sera ha scaldato gli animi dei consiglieri e ha raggiunto il culmine nella «lezione» dell'assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli che ha ricordato come «lo scioglimento di Forza Nuova, secondo la legge Scelba, prevede che la magistratura debba prima accertare, tramite indagine, se ci siano gli estremi per parlare della ricostituzione del partito fascista ed eventualmente rimette la questione al ministro dell'Interno e poi al Consiglio dei ministri». La mozione del Pd propone anche una modifica alla statuto regionale «affinché in Regione sia vietata ogni organizzazione che abbia tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, di genere, nazionali o religiosi».

«Forza Italia ha nelle sue fondamenta i valori antifascisti, questi principi sono nel nostro Dna. Per questo - spiega il capogruppo Gianluca Comazzi non ci prestiamo a operazioni di facciata che, in concomitanza di ogni appuntamento elettorale, vengono usate in maniera strumentale. Piegare temi seril'antifascismo e della difesa dei diritti costituzionali per ridicoli giochi politici è irrispettoso delle istituzioni e dei cittadini».

Approvata con 52 voti (astenuti 5Stelle e 7 consiglieri Pd) la mozione «biparisan» della Lega, primo firmatario il capogruppo Roberto Anelli, che condanna tutti gli estremismi, di destra e di sinistra. Nel testo si invita «a condannare ugualmente ogni atto di violenza compiuto in questi anni da forze politiche di qualsiasi estrazione, di estrema destra come di estrema sinistra; a esprimere un giudizio chiaro circa l'inconciliabilità di tutte le realtà sovversive con i valori del diritto naturale, della Costituzione italiana; a esprimere il diritto di manifestare pacificamente le opinioni, quali esse siano».

«Abbiamo ritenuto non votare la mozione del Pd e di bocciare quella pentastellata perché strumentali: nessun partito può arrogarsi il diritto di scioglierne un altro; sarebbe non solo anticostituzionale, ma addirittura pericoloso per la libertà di espressione», spiega il vicecapogruppo Andrea Monti.

Respinta con 43 voti contrari e 24 favorevoli, la mozione dei 5Stelle per la promulgazione di un codice etico e comportamentale «che abbia come finalità l'accantonamento di ogni estremismo riconducibile al fascismo e al regime fascista negli spazi istituzionali lombardi».

Ilarità quando l'assessore Bruno Galli, che si è detto «imbarazzato», ha evidenziato gli errori di grammatica nella mozione dei grillini: due congiuntivi sbagliati e l'espressione «regime totalitaristico» corretti dal professore.

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