Scippò una vecchietta che poche ore dopo morì per un'embolia polmonare. Ma per i medici non è possibile stabilire un rapporto causa-effetto. Per cui Rosario Mele, pluripregiudicato, finito in manette per l'aggressione se la caverà con l'accusa di rapina. Roba da due o tre anni al massimo. «Effettivamente non è facile stabile un nesso tra i due eventi - commenta il professor Allegra - anche se è quanto meno sospetto un decesso a così breve distanza dall'aggressione».
Gigliola Beratto, classe 1928, era stata per 30 anni compagna del noto critico d'arte Beniamino del Fabbro. Alla sua morte nel 1989, la donna rimase dunque sola, anche se poteva contare sui suoi nove fratelli che non le dacevano mai mancare presenza ed affetto. Come quel pomeriggio del 2 marzo 2012 quando Edda, 79 anni, passò a prenderla per una passeggiata. Presero un caffè al bar e quindi si incamminarono sottobraccio lungo via Giotto, quando, alle 17.30 la sorella minore fu scippata da due malviventi. Edda rimase in piedi ma lo strappo fece cadere Gigliola. Nulla di che all'inzio, qualche escoriazione a braccia e gambe. Poi la crisi respiratoria, il ricovero al San Carlo, la morte alle 2 di notte.
La squadra mobile si mise subito sulle tracce degli aggressori, scoprendo che Mele un paio di giorni dopo aveva venduto il cellulare della derubata. È un disperato, con precedenti per reati contro il patrimonio e droga, che vive in via Bruzzesi con la moglie e due figli piccoli. Spesso non ha neppure i soldi per la miscela da mettere nello scooter, per altro prestato da un amico, per i suoi colpi. Al telefono gli agenti lo sentiranno avvertire che «oggi ho fatto la giornata, dai che andiamo a mangiare la pizza». Tenuto costantemente d'occhio, gli investigatori hanno via via sgranato un rosario di altre 13 aggressioni. L'altro giorno gli hanno fatto la perquisizione trovandogli parte della refurtiva, borse eocchiali griffati, e sono scattate le manette. Mentre al momento il suo complice rimanese sconosciuto.
Le accuse a suo carico: ricettazione, furto con strappo e rapina perché quando il pm Giuseppe D'Amico ha chiesto lumi ai medici del San Carlo si è sentito rispondere: «Non è accertabile scientificamente un rapporto tra l'aggressione patita e la crisi avvenuta in seguito». Quindi niente omicidio preterintenzionale o morte come conseguenza di altro reato.
«Per esprimermi dovrei conoscere gli esiti degli esami effettuati quel giorno dalla signora e il suo quadro clinico precedente - spiega ora il professor Luigi Allegra, uno dei più apprezzati pneumoligi italiani -. Posso solo dire che un decesso a poche ore dall'aggressione mi sembra quanto mai sospetto».
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