Più che notte delle lanterne, flop delle lanterne. All'indomani dell'iniziativa organizzata alla Darsena dall'Unione buddhista italiana e da Urbanzen Bpeace restano solo polemiche, proteste sui social network e moltissimi interrogativi.
Possibile che un semplice raduno organizzato per affidare un desiderio a una lanterna di carta abbia messo in ginocchio la città dalle 20 a mezzanotte inoltrata? La risposta è, evidentemente, sì.
Perché Palazzo Marino, anche per le previsioni degli organizzatori che avevano previsto e annunciato l'arrivo di 150 persone, ha sottovalutato l'afflusso e non ha chiuso le vie di accesso ai Navigli. Il risultato è che mercoledì sera il traffico è andato letteralmente in tilt, con oltre 80mila persone ammassate lungo le sponde della Darsena, i tram bloccati fra la folla e la metropolitana verde ingestibile.
A farne le spese sono stati i residenti, prima di tutto. E le migliaia di cittadini che, dopo aver affrontato un viaggio senza fine, attirati da un tam tam che ha viaggiato veloce soprattutto sui social network, non sono riusciti a vedere nulla. I più fortunati hanno ammirato un paio di lanterne in cielo. La maggior parte è tornata a casa solo con tanta rabbia. «Ci ho messo un'ora e mezza per arrivare, e dopo un minuto non vedevo l'ora di scappare – raccolta Paola -. C'erano almeno otto file di persone fra la Darsena e me, impossibile vedere qualcosa».
Il caos è cominciato già dal tardo pomeriggio, quando intorno ai Navigli sono cominciate ad arrivare migliaia di persone, a piedi o in auto ed è qui che forse anche il Comune avrebbe potuto intuire che le previsioni sarebbero state sovvertite dalla realtà. La situazione è poi letteralmente esplosa intorno alle 21, l'ora fissata per la «cerimonia». Chi a quell'ora si trovava sul tram è rimasto bloccato. Chi era in macchina è dovuto tornare indietro. Particolarmente difficile la situazione della linea 9, che è rimasta paralizzata con centinaia di persone ferme a ogni fermata nella speranza di poter salire. «A un certo punto mi sono trovata bloccata fra la Darsena e il Naviglio Grande – spiega Manuela -. C'era di tutto: auto, motorini, gente ovunque. Mi sentivo stretta e soffocata, come se fossi a un concerto con 80mila persone. Non potevo andare né avanti né indietro, mi sentivo mancare l'aria». Le fa eco Giovanni, che abita proprio in via Vigevano: «Ho visto gente che non sapeva cosa fare. Una signora in carrozzina, spinta dalla sua badante, è rimasta bloccata. E' assurdo ridurre una città in questo modo».
Con il passare delle ore, e le poche lanterne ormai lontane in cielo, la situazione non è migliorata. Perché a quel punto il flusso ha cominciato a spostarsi lungo le vie limitrofe e le auto, libere di circolare ovunque, si sono letteralmente incastrate. Con gli automobilisti furiosi, o semplicemente rassegnati. Un po' come i vigili, quasi increduli ed evidentemente impreparati a fronteggiare la situazione.
La notte delle lanterne avrebbe dovuto rappresentare una parentesi
romantica, nella Milano dell'Expo. Invece si è trasformata in un caos da terzo mondo, che ha lasciato senza parole anche i tanti turisti presenti.L'ennesima occasione sprecata per dimostrare di essere una città votata al turismo.
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