Nozze gay, il prefetto dice «no»

Tronca chiede di cancellare i matrimoni trascritti ma il Comune lo sfida: «Non lo faremo»

Nozze gay, il prefetto dice «no»

Il prefetto Francesco Paolo Tronca ha sciolto le riserve e ieri, dopo una settimana di studio approfondito, ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco Giuliano Pisapia per invitarlo «nella sua qualità di Ufficiale di stato civile e di Ufficiale di governo, a procedere alla cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. Ciò ai fini della regolare e uniforme tenuta dei Registri dello stato civile, alla cui salvaguardia il Prefetto è preposto secondo le norme vigenti».

Ma la lettera di Tronca, al momento, è destinata a cadere nel vuoto. Il sindaco ha fatto sapere di essere pienamente convinto della legittimità del proprio atto. «Quello del prefetto mi pare un atto dovuto e non che noi lo si faccia....»- commenta l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino -. Ma il problema è politico e non formale. Il parlamento e il governo dovrebbero ribellarsi al conservatorismo di Angelino Alfano, superato perfino da Forza Italia».

Le opposizioni a Palazzo Marino passano all'attacco. «Il Comune prima infrange la legge - dice il consigliere di FdI Riccardo De Corato - e ora sbeffeggia il prefetto».

Ora anche il sindaco amico delle biciclette apre gli occhi sulla realtà. Dopo l'incidente di sabato - un'anziana è morta in seguito alla caduta provocata da un ciclista in via Crema - anche il sindaco cerca di mettere un freno all'anarchia ciclistica. «Bisogna rispettare le regole - attacca Pisapia -. Purtroppo troppi ciclisti non pensano che non si deve passare con il rosso, perchè si mette a rischio la propria incolumità e quella degli altri. Lo vedo tutti i giorni: vanno contromano, è pericoloso».

Bravi e Campo a pagina 4

Slitta la prima cena da «Ruben», il ristorante solidale dove si mangia pagando solo un euro, simbolico. Doveva aprire ieri sera, ma i clienti non si trovano.

Perché sono clienti un po' speciali: poveri, sì, ma di quelli non abituati a chiedere aiuto (...)

Da un lato ci sono il sindacato e le bandiere rosse. Dall'altro le camicie bianche senza cravatta. Il Pd è diviso. Anche a Milano.

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