Chiara Campo
Il prefetto Tronca ha sciolto le riserve e ieri, dopo una settimana di studio approfondito, ha preso carta e penna e ha scritto a Pisapia per invitarlo a cancellare le trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. «Il prefetto ha invitato il sindaco nella sua qualità di Ufficiale di stato civile e di Ufficiale di Governo - recita la nota diffusa da corso Monforte - a procedere alla cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. Ciò ai fini della regolare ed uniforme tenuta dei Registri dello stato civile, alla cui salvaguardia il Prefetto è preposto secondo le norme vigenti». Francesco Paolo Tronca stretto tra il pressing del ministro dell'Interno Angelino Alfano, determinato a ottenere l'annullamento delle trascrizioni, e gli atti firmati personalmente dall'avvocato prestato alla politica ha scelto la linea del collega di Roma Pecoraro e ha chiesto al sindaco di «rimangiarsi la parola». Ma Pisapia non ha intenzione di arretrare di un millimetro, essendo convinto della piena legittimità del proprio atto.
Giuristi e avvocati sono concordi nel ritenere che il prefetto non abbia titolo nè potere di cancellare tali atti, così che non sia nella facoltà del sindaco cancellare un atto che ha firmato, convinto della correttezza del proprio operato e del rispetto delle leggi. «Ritengo assolutamente improbabile che il sindaco faccia marcia indietro» spiega l'avvocato Massimo Clara dell'Associazione Radicale Certi Diritti. Così secondo la diffida che Rete Lenford ha inviato a tutte le istituzioni, fino al Presidente della Repubblica, l'eventuale annullamento delle trascrizioni può essere disposto solo dalla Procura della Repubblica. Nè il ministro nè il prefetto possono farlo. Fin qui le ragioni «tecniche».
Poi ci sono le ragioni della politica. «Quello del prefetto mi pare un atto dovuto e non che noi lo si faccia... Ma il problema è politico e non formale. Il parlamento e il governo dovrebbero ribellarsi al conservatorismo di Angelino Alfano, superato perfino da Forza Italia» commenta l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Non tutti nella maggioranza fanno quadrato intorno al sindaco, come il cattolico Andrea Fanzago (Pd): «come era prevedibile il gesto di Pisapia si è dimostrato una forzatura, ma così il problema rimane». «Sapevamo benissimo che era un atto extra legem per aprire una questione politica nazionale» chiosa il socialista Roberto Biscardini. Nessuna sorpresa per gli esponenti dell'opposizione in Comune che hanno ricevuto conferma di quanto stanno dicendo da giorni: la mossa del primo cittadino è da liquidare come una boutade, un strategia da campagna elettorale, una perdita di tempo. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella invita «Pisapia a sfidare il governo su temi veri come il taglio ai trasferimenti comunali o le garanzie economiche per Expo». «Sapevamo tutti che era inutile la trascrizione - osserva il leghista Igor Iezzi - ma così si è reso evidente che la maggioranza lo ha fatto per agitare la bandierina della battaglia per i diritti gay». «Pisapia ha fatto il bullo e il prefetto gli ha tirato uno scapellotto - la lettura di Matteo Forte di Ncd -. Qui non c'entrano i diritti ma il diritto, e il sindaco ha messo in discussione l'ordinamento».
«Il prefetto Tronca ci ha messo quindici giorni per fare quello che il prefetto di Roma ha fatto in 4 ore - l'affondo del vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato (FdI) -: alla fine ha capito che doveva intervenire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.