Nuovo comandante, Regione contro Sala «Ha umiliato i vigili»

Bordonali critica la scelta di un esterno E De Pasquale (Fi): «Mancano requisiti»

Alberto Giannoni

«Uno schiaffo ai vigili milanesi». La Polizia locale da ieri ha ufficialmente un nuovo comandante, Marco Ciacci. Ma nel giorno dell'insediamento in piazza Beccaria, la Regione critica la sua nomina. Non sono in discussione i titoli, il punto - lo spiega l'assessore alla Sicurezza Simona Bordonali - è questo: «Marco Ciacci è un poliziotto, non un ghisa».

L'assessore riconosce a Ciacci «grandissime capacità e professionalità», e «benché giovane una brillante carriera», ma nonostante queste ottime premesse professionale, la nomina non la convince. Oggetto e destinatario delle critiche non è il comandante, ma il sindaco: «Se la giunta di Milano - attacca l'assessore - non ha ritenuto nessuno dei 8500 fra agenti e ufficiali di Polizia Locale della Lombardia, e in generale nessun comandante di Polizia locale in servizio in Italia, idoneo (naturalmente giudicato da un bando pubblico) a comandare la Polizia locale di Milano, vuol dire che il sindaco Sala non ripone fiducia negli uomini e nelle donne della Polizia locale, non solo di Milano».

Si parla di malumori, insomma. E di «dignità» dei vigili. «Da anni - spiega l'assessore - Regione Lombardia, e moltissime amministrazioni comunali si impegnano con grande sinergia per dare al Corpo della Polizia locale quella dignità che ingiustamente non sempre viene riconosciuta». L'assessore cita la legge regionale del 2015 sulla polizia locale e la sicurezza, l'Accademia regionale della Polizia locale, i forti investimenti per l'acquisto di dotazioni e soprattutto gli investimenti per la formazione continua di agenti e ufficiali. Proprio la legge regionale 6/ 2015 - ricorda - istituisce l'elenco dei comandanti e dei responsabili di servizio di Polizia locale, per individuare, in Lombardia, «i soggetti in possesso delle professionalità utili allo svolgimento delle attività di comando». Insomma, il Comune avrebbe potuto attingere all'elenco. «Il non aver scelto un ghisa al comando della Polizia locale di Milano, e in generale aver scelto un poliziotto - contesta Bordonali - vuol dire tornare indietro di tanti anni, quando i comandanti delle Polizie locali dei capoluoghi erano spesso generali in pensione che poco avevano a che fare col mondo delle Polizie locali». Per la Regione, questa nomina dimostra che il sindaco Sala «non ripone fiducia negli uomini e nelle donne della Polizia locale, non solo di Milano».

Il caso parrebbe complicato da un ulteriore aspetto, sollevato con un'interrogazione urgente dal consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio De Pasquale: «Non ricorre - scrive l'azzurro - il requisito previsto per la nomina d dirigenti esterni dal regolamento del Comune di Milano ex art. 42 comma 1 che prevede per almeno 5 anni di dirigenza presso amministrazioni pubbliche o società private per la nomina di nuovi dirigenti estranei all'Amministrazione».

De Pasquale chiede al sindaco «perché ha proceduto a tale nomina senza rispettare il regolamento del Comune» e - prospettando possibili risvolti erariali - «perché non si è preferita una più corretta e lineare procedura di bando pubblico».

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