Cristina Bassi
È potuta tornare a casa, in provincia di Bari, Marcella Ninni dopo la notte da incubo nel bed&breakfast di San Colombano al Lambro. All'alba di giovedì l'uomo con cui occupava una stanza, Giuseppe Spinelli, è morto con la gola squarciata sul prato della villa che accoglie i turisti. La donna, 42 anni, ha raccontato sotto choc che Spinelli, 34enne anche lui pugliese, si è conficcato da solo nel collo un oggetto appuntito, forse un coccio di bottiglia. In preda a un raptus. I carabinieri stanno verificando ogni dettaglio della versione di Marcella Ninni, che sembra non convincere. Tuttavia non hanno finora raccolto alcun elemento che posso giustificarne il fermo.
Si è trattato di un omicidio a sfondo passionale o di un suicidio compiuto in modo folle? Sul giallo indagano i carabinieri di San Donato, coordinati dalla Procura di Lodi. Marcella Ninni è stata sentita come persona informata sui fatti fino alla serata di giovedì, dopo essere stata dimessa dall'ospedale di Lodi dove era stata soccorsa perché sconvolta. A suo carico non è emerso nulla ed è stata lasciata andare. Ha continuato a ripetere che Spinelli voleva farla finita, che lei ha tentato di fermarlo ma lui ha afferrato il coccio e si è ferito a morte, recidendosi la giugulare. Quando i soccorsi sono arrivati, intorno alle 5 chiamati sia dalla donna sia dai proprietari del b&b che avevano sentito le urla, lo hanno trovato agonizzante. È morto poco dopo, dissanguato. Spinelli, separato, e Marcella Ninni, sposata, si frequentavano da circa un anno. Erano nel Piacentino per un meeting dell'azienda di telecomunicazioni per cui lavorano insieme e insieme avevano preso una stanza a San Colombano. I carabinieri hanno trovato la camera devastata. Vetri rotti e mobili fatti a pezzi, resti di una furiosa lite. È forte il sospetto che i due abbiano assunto cocaina durante la notte. Per confermarlo sono attesi i risultati degli esami tossicologici. Mentre l'autopsia sul 34enne potrà dire qualcosa di più sul tipo di arma usata e sul tipo di ferita. Il taglio era profondo, poco compatibile con l'ipotesi dell'autolesionismo. Ma gli inquirenti non la escludono, soprattutto se l'uomo era davvero in preda alla droga. Non è facile verificare i fatti, visto che la coppia era chiusa in una stanza e nessuno ha visto nulla.
Con i rilievi scientifici i carabinieri sperano di trovare tracce utili, come impronte di uno dei due, o di entrambi, sull'ipotetica arma. Vengono infine sentiti amici e colleghi della coppia per provare a definire il loro profilo e il tenore della loro relazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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