Pace fatta tra Expo e Slow Food

Non avrà l'«orto planetario» che aveva sognato a inizio avventura, ma il fondatore di Slow Food rientra nella squadra dell'Expo. Pace fatta, dopo le parole di fuoco del 2011 quando il progetto dell'orto globale venne drasticamente ridimensionato, e Carlo Petrini, testimonial della candidatura e tra gli ispiratori del masterplan disegnato (tra i 5 archistar) dall'ex assessore Stefano Boeri. Parlò di una «scelta di retroguardia», di una «ristrettezza di vedute», di un cambio netto di filosofia: «Di sicuro - criticò - è più facile e veloce tirar su nuovi edifici che lavorare al piano originario dell'Expo verde». Sono passati due anni e le diplomazie hanno lavorato sodo. Ieri Petrini ha annunciato al fianco del sindaco Giuliano Pisapia e del commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala che anche Slow Food parteciperà all'evento, con uno spazio da 3.500 metri quadrati dedicato ad un percorso sulla biodiversità. Un racconto sviluppato attraverso due filiere clou come la produzione del pane e del formaggio in contesti climatici diversi. Ci sarà un Teatro del gusto dove, anticipa, «parleranno i piccoli produttori, ci saranno convegni e dibattiti». E non mancheranno degustazioni per i visitatori. Il movimento sarà presente anche alla Cascina Triulza, spazio dedicato alle organizzazioni della società civile.
«Non ho sbattuto la porta, mi sono chiamato fuori - ha spiegato ieri Petrini -. E ora non ho cambiato idea, ma ritrovo un'attenzione su certi temi che fino a 2-3 anni fa era molto meno forte». Pisapia è soddisfatto, Slow Food «è una grande ricchezza per Milano» e l'obiettivo è di lasciare dopo il 2015 un'eredità alla Cascina Triulza come sede di Ong e enti di volontariato». Per Sala l'alleanza «è la dimostrazione che crediamo fortemente nella biodiversità, tanto da convincere Petrini». Che è pronto a confrontarsi anche con chi in agricoltura punta sugli Organismi geneticamente modificati, «ad Expo non ci devono essere veti - afferma - deve essere un momento di confronto globale, purché sia ad armi pari, anche i piccoli produttori devono essere tutelati. Io le multinazionali le contrasto dal punto di vista dei contenuti». «Non si può scappare da un dibattito importante come l'uso di Ogm - conferma Sala -, è pensabile che ci saranno Paesi che verranno ad Expo per difenderli e il nostro scopo è di animare il dibattito, starà alle persone capire la verità. E non vedo venire avanti tutto questo consenso sugli Ogm». Si infuria l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava: «Nemmeno il guru Petrini può permettersi di dettare la propria linea e sono stupito dell'atteggiamento di Sala, che sul piano politico si lascia andare ad una fuga in avanti senza interpellare la Regione».
Il dibattito pro-contro Ogm è entrata ieri anche nel tradizionale Discorso alla Città del cardinale in Sant'Ambrogio. Angelo Scola lo ha dedicato al tema «Expo 2015, cosa nutre la vita?».

E in un passaggio dell'omelia ha parlato proprio del «problema delle piante geneticamente modificate. Secondo il Rapporto Isaaa 2012 ha anche portato sviluppo e beneficio ai paesi in via di sviluppo. Ma da più parti tuttavia si sollevano dubbi su queste affermazioni».

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