Mimmo Di Marzio
«I santi sono persone che appartengono pienamente a Dio, non hanno paura di essere derisi, incompresi o emarginati». Il tweet postato da Papa Francesco introduce inconsapevolmente ma degnamente il tema scelto da Palazzo Reale per omaggiare la sua visita milanese. «I santi d'Italia, la pittura devota tra Tiziano, Guercino e Carlo Maratta» è il titolo dell'esposizione che forse più di tutte testimonia il museo a cielo aperto offerto dal patrimonio d'arte sacra del Belpaese. Un patrimonio disseminato anche nelle più recondite parrocchie dello Stivale e che talora solo a seguito di cataclismi naturali o figli dell'incuria viene miracolosamente riscoperto. E forse l'esposizione promossa dal Comune e dal Centro Europeo per il Turismo può fungere da invito a riappropriarsi culturalmente del mare magno di affreschi, pale d'altare e scultura che anche il nostro territorio custodisce con la firma di grandi maestri e irreprensibili allievi del Rinascimento e del Barocco. Una quarantina sono le opere selezionate dalla curatrice Daniela Porro che raccontano quanto «questi modelli di Imitatio Christi» seppero ispirare il talento e la perizia degli artisti (non solo) italiani del passato, complice prezioso l'impareggiabile mecenatismo di Santa Romana Chiesa. In mostra qualche capolavoro, come il «San Pietro Penitente» di Jusepe de Ribera, un «San Francesco» e un «San Francesco che riceve le stimmate» del Guercino, più un titolo analogo a firma di Tiziano Vecelio. Non è un caso se proprio Francesco d'Assisi, in onore di papa Bergoglio, sia uno dei soggetti protagonisti dell'esposizione che riserva anche un'opera preziosa scampata dai recenti terremoti del Centro Italia. Stiamo parlando dell'«Estasi di San Francesco d'Assisi» miracolosamente tratto in salvo dalla distrutta chiesa di San Francesco di Accumuli. Protagonista al femminile è invece santa Caterina da Siena, proclamata come Francesco patrona d'Italia e d'Europa. La protettrice degli ammalati è rappresentata in preghiera nelle opere del Cozzarelli, del Sodoma e del Brescianino, e del seicentesco Raffaello Vanni che le dedica un piccolo capolavoro qui accostato alla tela caravaggesca di Trofim Bigot, in cui anche Francesco medita dinanzi al Crocefisso. In mostra poi una serie di pregevoli tele d'altare raffiguranti i patroni di Roma Pietro e Paolo: oltre alla già citata opera del De Ribera, merita un cenno il «San Pietro in carcere» dipinto dal cavaraggesco Giovanni Serodine, ma anche l'enfasi del «San Pietro battezza il centurione Cornelio» del settecentesco Carlo Maratta.
L'esposizione milanese non poteva non riservare un piccolo angolo d'onore ai due santi che più rappresentano Mediolanum; vale a dire il patrono Ambrogio e Carlo Borromeo, ripresi insieme nella grande pala con la Vergine dipinta nel 1603 dal Salmeggia, mentre il Borromeo troneggia nello splendente busto ligneo policromo di un anonimo scultore lombardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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