Il Papa non fa il "miracolo". Le Case bianche si sgretolano

Infiltrazioni, ascensori rotti, abusivismo e spaccio nei giardinetti. Il Comitato scrive a Regione e Comune. Martedì sopralluogo Aler

Il Papa non fa il "miracolo". Le Case bianche si sgretolano

Una Consulta sulle Case bianche di via Salomone. Questo l'obiettivo dell'incontro di ieri pomeriggio a Palazzo Lombardia tra il presidente del municipio 4, Oscar Strano, il presidente di Aler Angelo Sala e l'assessore regionale alla Casa Fabrizio Sala. A chiederlo il presidente del municipio, Strano, nato e cresciuto nel quartiere delle Case bianche e anima del comitato «Salomone rinasce».

All'indomani della visita del Papa in via Salomone, il 25 marzo il presidente del municipio 4 ha scritto al sindaco Beppe Sala e all'assessore comunale alla Casa Gabriele Rabaiotti, al governatore della regione Lombardia Roberto Maroni e l'assessore regionale alla Casa e vicepresidente della regione Fabrizio Sala e al presidente di Aler, Angelo Sala per sottoporre i problemi di degrado e insicurezza che il quartiere vive da decenni. «Il 25 marzo, data per noi storica, Papa Francesco ha scelto le Case Bianche per visitare una realtà popolare abbandonata. Le Sue parole di vicinanza agli esclusi ci hanno toccato molto. Perché effettivamente così ci siamo sentiti per molti anni - spiega la lettera-. Dalla Visita del Santo Padre dovrebbe seguire una strategia di dialogo tra gli inquilini e Aler Milano e le Istituzioni cui spetta la responsabilità di programmare, nelle competenze specifiche, interventi riqualificativi».

Nel complesso di nove piani vivono un migliaio di persone per circa 500 alloggi. I problemi? «Capita fin troppo spesso di avere ascensori fuori uso, e non solo per la mala-condotta degli abitanti. I tecnici hanno evidenziato problemi strutturali degli impianti - scrivono dal comitato -. Ma ai piani alti dei palazzi vivono molti anziani quasi non autosufficienti che sostanzialmente sono murati vivi in casa».

Per quantor riguarda la sicurezza «i portoni non sono dotati di una serratura e restano aperti e accessibili a chiunque. Questo crea i presupposti per situazioni al limite della sicurezza anche in orari notturni. Oltre a ciò, alcuni di questi portoni -specialmente il 38 e il 40 - sono sprovvisti ormai da anni dei citofoni. I disagi conseguenti sono assai critici». L'aspetto che preoccupa maggiormente gli inquilini e il presidente del municipio sono le condizioni strutturali degli edifici: «I tetti che sono ridotti a dei colabrodo - come spiega Oscar Strano - in parte l'amianto è stato rimosso e in parte è stato coperto, ma le infiltrazioni sono continue, tanto che ormai sono arrivate al sesto e al settimo piano. Gli edifici si stanno sgretolando, siamo preoccupati e abbiamo chiesto una verifica strutturale. Una parziale risposta l'abbiamo avuta nei fatti: Aler ha dichiarato inagibili i monolocali e l'ingresso del civico 66 è stato recintato perché cadono pezzi di tetto». Non solo, situazioni di grave insicurezza e degrado si vivono negli ingressi e nei cortili delle case bianche: nato come quartiere aperto il complesso è nato senza recinzioni. Gli ingressi non sono presidiati da portinerie o cancelli, (le telecamere installate un mese fa sono inutili) e, per via anche della mancanza dei citofoni, nei cortili succede di tutto, a partire dal racket delle occupazioni abusive, segnalato alla prefettura, e allo spaccio.

In sostanza «vogliamo capire qual è il futuro del quartiere - conclude Strano - a fronte anche dell'acquisto

da parte di Aler del terreno accanto: verranno riqualificati i palazzi o meglio, abbattuti e ricostruirti». Risultato dell'incontro: l'impegno per interventi di manutenzione straordinaria e un sopralluogo di Aler martedì.

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