Sabrina Cottone
Bambini e chi ha offeso la loro innocenza, tra le contraddizioni violente di san Vittore. È la prima volta di un Papa tra queste mura e Francesco ha chiesto di far arrivare la sua voce a tutti. Così ci saranno anche bimbi vocianti ad accogliere il Papa e non perché vivano in carcere ma perché le loro mamme hanno chiesto che Francesco possa incontrarli e benedirli, in una sala speciale appena vicina all'ingresso. Don Marco Recalcati, cappellano di san Vittore, ha spiegato che nelle sette sezioni si farà in modo che tutti coloro che l'hanno chiesto, e sono in tanti, non solo cristiani ma anche musulmani, «possano vedere o toccare o sentire» il Papa.
Francesco girerà per i sette reparti e visiterà il settore dei detenuti «protetti», reietti anche dai compagni di detenzione perché accusati di reati odiosi contro donne e bambini. Entrerà nel girone infernale dove scontano la pena anche i pedofili, dove «nessuno tocchi Caino» è grido che esce dalla Bibbia per farsi realtà dura e vivente. A volte è impossibile a vittime e colpevoli persino credere che la Misericordia possa arrivare fin lì.
«Aspettando un amico» è il titolo della poesia che hanno scritto le persone detenute di san Vittore. Il menu sarà quello della festa. Risotto alla milanese e cotoletta con le patate, forse panna cotta. Mangeranno così il Papa e ognuno dei novecento detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria.
La tavola sarà imbandita per cento, uomini e donne detenuti. Ma il cibo sarà uguale per tutti. Mille risotti con cotoletta per celebrare un giorno che, anche se cade in Quaresima, è speciale, perché festeggia l'annuncio dell'Angelo a Maria: lei avrebbe concepito Gesù.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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