Parisi nella tana della Lega Ma detta le sue condizioni

Il candidato del centrodestra: «Alla zingaropoli diamo soluzioni, non slogan» Non toccherà Area C, chiede adozioni più facili ma dice no all'utero in affitto

Chiara CampoStefano Parisi nella «tana» dei leghisti. Se Matteo Salvini a Roma non ha sciolto la riserva su Guido Bertolaso come candidato del centrodestra, sul nome dell'ex city manager di Albertini non ha dubbi: «Sono molto soddisfatto, con lui vinciamo di sicuro» ha ribadito ieri. Offrendosi di nuovo come futuro «assessore alla Sicurezza, vorrei impiegare i 3mila vigili per fare controlli sui mezzi pubblici e nei quartieri popolari». Ovviamente gratis. Appuntamento intorno alle 19 nella roccaforte del Carrccio in via Bellerio, il candidato del centrodestra accolto da Salvini («ecco il futuro sindaco») ha annotato le segnalazioni dei consiglieri comunali e di zona, presenti anche assessori in Regione. E Parisi ieri prima su Telelombardia e poi a Radio Popolare, ha calcato su alcuni temi forti della Lega - «mi batterò per aprire una vertenza col governo, le tasse dei milanesi devono rimanere qui, inizino a fare una seria spending review perchè non basta tagliare qualche auto blu, vanno aggredite le sacche di spreco» - e ha difeso Salvini dalle critiche di «qualche ricco di zona 1 che mi chiede come faccio ad allearmi con uno come lui. Rispondo che non sono mai stati in quei quartieri degradati e sui bus dove l'integrazione non si crea con il buonismo e l'accoglienza a tutti». Ma tiene anche precisare agli alleati che la sua interpretazione dei temi sarà moderata e concreta, «non userò slogan della campagna 2011 come zingaropoli». Salvini «intercetta un malessere, ma vogliamo proporre soluzioni o solo rinfocolarlo con un'azione ansiogena? La Lega mettendosi in mano a una persona come me sa che penso che il tema del degrado, dell'integrazione e della sicurezza vada affrontato e non solo denunciato». Sulla questione moschea ribadisce che «non è una priorità e se non è riuscito ad aprirla la giunta Pisapia che l'aveva scritto sul programma vuol dire che un problema esiste anche a sinistra. Voglio incontrare le associazioni musulmane che hanno presentato i progetti, devono garantire che riconoscono la piena libertà religiosa per i cattolici e gli ebrei in questa città, non possiamo far finta che non esista in Europa un tema d antisemitismo crescente». A Milano non ha l'auto, usa il car sharing. E si distanzia da Lega e Forza Italia quando dice che «l'Area C si lascia com'è, non si estende». Il centrodestra aveva raccolto firme per l'abolizione. Mentre è in linea sulla riapertura del traffico in piazza Castello e lo «sgombero» degli Expo Gate. Sul tema unioni civili, fa una mezza apertura alle adozioni di bimbi già nati alle coppie gay, «penso che un bambino è meglio che sia adottato da un single, una coppia, da chiunque, pur di non stare in un orfanotrofio», ma boccia la pratica dell'utero in affitto («è molto negativa») e il registro delle unioni civili voluto da Pisapia («da sindaco applicherò le leggi e non farò questi atti dimostrativi»). Stuzzica l'avversario del Pd Giuseppe Sala, «sono più a sinistra io di lui», e difende i manager in politica contestando (semmai) Renzi che «non ha mai fatto altro che il politico». La scommessa a giugno non è solo vincere ma «riportare la gente alle urne». La sua giunta «sarà di livello nazionale, e i partiti potranno indicarmi assessori ma non entrerà in squadra nessuno che io non voglia». Sul terremoto giudiziario in Regione, «non c'è dubbio che Roberto Maroni abbia scelto male alcune persone, ma non credo che si debba dimettere.

Allora anche Sala non dovrebbe candidarsi perchè sono stati arrestati alcuni suoi collaboratori Expo? Non credo». E non si vede come un moralizzatore ma «semmai un normalizzatore: la politica deve scegliere gente onesta, pulita, che non ruba, punto. Deve essere normale».

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