«Cercasi disperatamente sponsor che adotti una scuola di Milano e provincia». L'annuncio è di quelli che dovrebbero toccare il cuore e anche il portafogli di chi tiene al benessere dei ragazzi. E' stato lanciato dalle colonne di questo giornale da Marina Lazzati, assessore provinciale all'Istruzione con deleghe all'edilizia scolastica. «Le nostre scuole hanno bisogno di tutto spiega l'assessore - e la Provincia non ha più soldi per poterle migliorare. Riusciamo solo a garantire la sicurezza degli edifici, lavorando sulle emergenze. Ma in generale i nostri ragazzi non riescono neppure a mettere le gambe sotto i banchi, piccoli, vecchi di anche 50 anni dotati ancora di porta calamaio. Non parliamo delle palestre, molte delle quali inagibili perché entra acqua o mancano le reti da pallavolo o le spalliere cadono a pezzi».
Le necessità sono tante: «Avremmo bisogno di 90 milioni per sistemare serramenti, facciate, porte antincendio di almeno 80 scuole». E poi c'è tutto il resto. A Milano e provincia si contano 160 edifici scolastici da mantenere, controllare, ristrutturare. Ogni istituto ospita dagli 800 ai 1000 studenti e la popolazione scolastica è di oltre 110mila ragazzi a cui si aggiungono addetti, amministrativi e professori.
Una popolazione che ha diritto di soddisfare esigenze primarie come: aule pulite ed efficienti, attrezzature moderne, cortili o giardini decorosi, videosorveglianze funzionanti, palestre agibili. Ma per fare tutto questo servono soldi. E Lazzati snocciola le cifre: «Quest'anno, ben 107milioni, cioè un terzo del bilancio provinciale, vola a Roma per ripianare i conti dello Stato. Se Renzi ce li lasciasse potremmo risolvere un sacco di situazioni critiche. Invece in cassa ci rimangono solo 9 milioni di euro per intervenire sull'intera edilizia scolastica. In pratica, siamo alla canna del gas».
Da qui l'idea di coinvolgere i privati. «Sarebbe importante che ogni scuola avesse uno sponsor in grado di offrire sostegno e servizi e fare in modo che i nostri ragazzi vivano in ambienti più vivaci e funzionali. E spero che qualcuno si faccia avanti: privati, aziende, multinazionali, qualche stilista generoso, le banche».
Insomma, la società civile dovrebbe dare una mano perché la scuola soffre.
Lazzati non piange miseria in modo ingiustificato. Lei, attualmente come gli altri colleghi, non percepisce più un euro, lavora gratis fino alla fine del mandato e fa la spola da una scuola all'altra con un'auto di servizio degli anni '90. La situazione impietosisce ma la realtà è che senza soldi i muri cadono a pezzi e i banchi restano a misura di folletto. «A fine 2009 avevo in cassa 34 milioni da usare per la manutenzione degli stabili. Ora si sono ridotti a nove e la situazione è insostenibile. Non oso pensare a cosa succederà con il passaggio di consegne all'area metropolitana. Prevedo il caos». Lazzati è una donna pragmatica e non vuole rassegnarsi all'incuria dilagante. «Sono pronta ad accettare ogni aiuto finanziario dai privati. Chi vuole si faccia avanti, si metta in contatto direttamente con il mio assessorato per avere indicazioni delle necessità, poi sarà l'istituto prescelto a gestire le relazioni con lo sponsor».
Chi vuol fare il generoso non ha che l'imbarazzo della scelta.
Lazzati fa l'elenco: «Ci servono attrezzature, arredi scolastici, cioè banchi e sedie, tinteggiatura per interni ed esterni, attrezzi da ginnastica, impianti di videosorveglianza per arginare gli atti vandalici che ci sono costati ben 400 mila euro«.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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