di Giannino della FrattinaUna tragedia come la guerra civile andrebbe trattata con grande cura. Per evitare di trasformare, come troppo spesso succede a noi italiani, il dramma in farsa. Mancando così di rispetto a quella meglio gioventù fascista, comunista e bianca che in quel crogiolo di ideali e piombo sacrificò gli anni migliori. E spesso la vita.Fa per questo un certo effetto leggere sul Giorno che al Teatro alla Scala adesso nasce una sezione dell'Anpi. Sì, proprio una rappresentanza dell'Associazione partigiani per «promuovere e tutelare i valori della Costituzione». Quella dei padri costituenti o quella a cui sta rimettendo mano il premier Matteo Renzi? Vedremo. Comunque giusto in tempo, spiegano i fondatori, per sfilare il 25 aprile con un proprio striscione. C'è da dire che dello striscione Anpi Scala non si sentiva un gran bisogno. E verrebbe da dire che trattandosi di lavoratori e non di pensionati e sempre con il dovuto rispetto ai veri partigiani che per un'ideale (magari anche il comunismo) furono pronti a morire, alla manifestazione potrebbe andare una sezione dell'Anpi. Ma come associazione nipoti dei partigiani d'Italia.Al momento sembra che i partigiani scaligeri siano quarantuno. «Ci sono - assicurano - musicisti, tecnici, direttori d'orchestra, quadri». Tutta gente piuttosto abituata a finire sui giornali, magari per quei contratti dai ricchi privilegi conservati grazie agli scioperi minacciati in prossimità della prima di sant'Ambrogio e che ne fanno una casta. Non proprio amata dai lavoratori «normali». Ora invece sono pronti a tutelare «i valori della Costituzione», consapevoli che la Scala è stata «luogo di produzione culturale, anche nei momenti più bui del ventennio fascista».Quelli del grandissimo simbolista Adolfo Wildt che scolpì nel marmo l'estetica fascista e parecchi busti di Mussolini. Ma anche quello meraviglioso di Arturo Toscanini, una cui seconda versione fu donata alla Scala dal senatore Borletti. E lì troneggia ancora.
Quel Toscanini che prima di allontanarsi dal Fascismo, nel novembre del 1919 si era candidato alle elezioni proprio nel collegio di Milano: nella lista dei Fasci di combattimento. Insieme a Mussolini e al futurista Filippo Tommaso Marinetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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