di Giannino della Frattina«Io governerò per cinque anni e non per tre e mezzo. Oggi il consiglio comunale è in stallo. Ed è qualcosa che mi auguro non succederà con me». Ecco. Si avvicinano le elezioni e parte la solita macchina del fango. Gli insulti al sindaco Giuliano Pisapia e alla sua giunta, plastica rappresentazione della rivoluzione arancione che ha condotto le sinistre (al plurale) al potere. Liberando Milano da quei vent'anni di centrodestra che in città hanno portato tre depuratori, il maggior numero di stazioni di metro, quartieri modello come Porta Nuova e CityLife con i grattacieli diventati le copertine patinate in libri e riviste di tutto il mondo, l'avvenieristica sede della Regione, la Darsena riqualificata nella quale a Pisapia tanto piace lasciarsi andare ai bagni di folla, il teatro degli Arcimbldi e la Scala ristrutturata a tempo di record (e senza nemmeno un avviso di garanzia). Nuove autostrade e tangenziali. E l'Expo delle mirabilie.Per fortuna che poi arrivato Pisapia a lasciarle qualche pista ciclabile e il registro delle coppie di fatto. Roba che alla Barona e nei quartieri popolari di San Siro aspettavano con ansia. Ecco. È chiaro che adesso ci sia qualcuno pronto a prendersela con lui. Brutta roba l'invidia. Gente che l'accusa di non essere stato nemmeno capace di governare per tutti i cinque anni del mandato, trattandolo come uno scolaretto irrequieto e indisciplinato che non sa neanche rimanere seduto al banco fino alla fine delle lezioni. Figurarsi di avvicinarsi al catalogo delle opere lasciato dal tanto vituperato a sinistra (e già rimpianto dai milanesi) duo Albertini-Moratti.«Io non manderò in stallo i lavori del Comune». Parole durissime. Di Stefano Parisi? Macché. Di Giuseppe Sala, l'uomo scelto per commissariare Milano dal premier Renzi. Uno che evidentemente non si fidava del suo Pd. Ecco, allo steso Sala che non sempre brilla per coerenza, verrebbe ora da chiedere: ma se Pisapia ha fallito, perché imbarcare le sue due vice sindaco Ada Lucia De Cesaris e Francesca Balzani, gli assessori Cristina Tajani, Franco D'Alfonso, Pierfrancesco Majorino e Pierfrancesco Maran, Carmela Rozza e Marco Granelli.
Magari Gianni Confalonieri e Paolo Limonta? Forse che il solo Pisapia alla fine sarà la vittima della ruspa di Sala, diventando il solo capro espiatorio? Ci sta nella tradizione della sinistra. La scalata al potere, in fondo, val bene una purga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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