La Lombardia resta nelle mani del centrodestra. Il distacco con gli avversari cambia e si assottiglia rispetto al passato. Ma cambia anche lo scenario dei rapporti di forza dei partiti, nelle urne e quindi in Consiglio regionale. Il Pdl paga necessariamente un prezzo alla candidatura del leader leghista (e da oggi neo governatore). Ma ancor più della Lega è la lista Maroni ad avvantaggiarsene, volando fino a oltre il 10 per cento. Il Carroccio ne risente. E arriva praticamente a dimezzare i suoi voti, dal 26 al 13 per cento. Il Pdl, alla fine, naviga intorno al 17 per cento, restando prima forza della coalizione, con un picco del 20 per cento a Pavia. «Fratelli d'Italia», la nuova formazione nata da una costola del Pdl, in provincia di Milano arriva all'1,7, in Lombardia al 1,5. Nel centrosinistra, la montagna delle aspettative ha prodotto un topolino elettorale. Il Pd guadagna un paio di punti scarsi. E anche alle Regionali, come alle Politiche, diventa primo partito della Lombardia, ma non sfonda. Il Pd arriva al 26 nella provincia di Milano e sfiora il 30 a Milano città.
La coalizione di centrosinistra, insieme ai Democratici, la tiene su la lista civica di Ambrosoli, che supera il 7 per cento su base regionale e il 10 nella provincia di Milano. Il centro montiano di Gabriele Albertini è deluso, molto deluso. Racimola quattro punti circa: 2 e mezzo la lista civica dell'ex sindaco (che va leggermente meglio nella provincia di Milano) e un altro punto e mezzo lo aggiunge lo scudocrociato dell'Udc. Il Movimento 5 stelle va bene ma non sfonda come altrove. E prende meno che alle elezioni politiche. La media nazionale dà un responso del 14 per cento circa. Confrontato con il 20 per cento raggiunto dai grillini nel voto politico significa una cosa sola: molti simpatizzanti del comico non hanno votato Umberto Ambrosoli come speravano a sinistra, ma lo stesso Maroni. Ex leghisti, forse, chissà. Lo diranno i flussi elettorali.
Quel che dice invece la ripartizione dei seggi in Consiglio regionale è che il nuovo governatore potrà contare su una maggioranza solida, su un nutrito gruppo civico e su una forte pattuglia leghista. Sarebbero 15 i seggi per la Lega Nord, 19 per il Pdl, 11 per la lista civica di Maroni, 1 per i Pensionati e due per Fratelli d'Italia. A questi si aggiunge un seggio che spetta di diritto al nuovo governatore.
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