Il prezzo andava da 70-80 euro a poche centinaia per ogni pass. Il prezzo però si chiamava tangente. Sette vigili milanesi sono stati condannati con pene comprese tra i sei mesi e i sei anni e cinque mesi nell'ambito di uno stralcio della maxi-inchiesta su presunti contrassegni falsi per la sosta in centro. Stando alle indagini, coordinate dal pm Grazia Colacicco, nel 2009 gli agenti della polizia locale avrebbero consegnato a negozianti di vario genere (imprenditori, baristi, ma anche dipendenti di società) pass a cui non avevano diritto in cambio di mazzette. Diciassette di questi commercianti sono stati condannati ieri mentre solo uno dei 24 imputati è stato assolto con formula piena. Ma il giro delle tangenti per i pass falsi erano decisamente più ampio. Sempre nell'ambito di questa indagine infatti, nel gennaio 2013 davanti al gup Anna Maria Zamagni c'erano stati 27 patteggiamenti, sette condanne e sette assoluzioni, oltre ai ventiquattro rinvii a giudizio delle persone per le quali solo ieri, a cinque anni di distanza dall'esplosione dello scandalo in piazza Beccaria (dove ha sede il Comando centrale dei vigili di Milano) si è chiuso il processo celebrato davanti alla IV sezione penale. Gli imputati erano accusati a vario titolo di corruzione, peculato e falso. I giudici hanno assolto i sette ghisa dall'accusa di peculato, condannandoli invece per gli altri reati. È stato inoltre quantificato in 4mila euro per ogni imputato il risarcimento a favore del Comune, parte civile nel procedimento.
Nelle scorse udienze il pm aveva chiesto condanne fino a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
I giudici, nei confronti di alcuni imputati, hanno quindi stabilito pene superiori rispetto a quelle proposte dall'accusa. In particolare è stato condannato a 4 anni e 3 mesi di reclusione l'agente che aveva stampato i pass attraverso il sistema in dotazione alla polizia locale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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