È scontro nella Lega dopo che il voto del suo vice presidente in consiglio regionale Fabrizio Cecchetti è stato decisivo anche quest'anno per far passare il patrocinio di Palazzo Lombardia al gay pride, la manifestazione in programma a giugno in difesa dei diritti lgbt (lesbo, gay, bisessuali e transgender). Per Cecchetti un patrocinio concesso a «cittadini lombardi come tutti gli altri, per i quali le istituzioni non possono voltare la testa dall'altra parte solo perché esprimono una sessualità diversa». Per il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo «una posizione propria e del tutto personale, dato che il gruppo aveva dato la precisa indicazione di votare contro». Un voto, quello di Cecchetti, che si è aggiunto a quello della Pd Sara Valmaggi e del grillino Eugenio Casalino. Astenuta a sorpresa anche Daniela Maroni della Lista Maroni che ha lasciato all'opposizione il solo Raffaele Cattaneo (Ncd). «Ho votato contro perché i temi etici non sono in svendita, tantomeno per qualche voto».
Contrariato anche Stefano Carugo: «Nella Lega tanti convegno sulla famiglia tradizionale e poi votano a favore dei gay». Secco il segretario della Lega Matteo Salvini: «Chissene frega del gay pride e chissene frega del patrocinio. Mi sto occupando di altro e il voto di Cecchetti non avrà ripercussioni».Patrocinio regionale alla sfilata gay pride Un leghista decisivo per far passare il sì
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