Asse Lega-Forza Italia per far passare nella giunta di ieri il progetto di riforma del sistema socio-sanitario che ora andrà in consiglio. Una mediazione raggiunta l'altra notte per arrivare a un testo condiviso (anche da Lista Maroni, Fratelli d'Italia e Pensionati), recependo le proposte del disegno di legge messo sul tavolo dal capogruppo di Fi Claudio Pedrazzini e dall'assessore Mario Mantovani che ieri ha consegnato le sue dimissioni, immediatamente respinte dal governatore Roberto Maroni. Un gesto forse dovuto alla discussione sulla possibilità di accorpare gli assessorati Salute e Famiglia e sulle voci di un suo possibile ridimensionamento. Crepe nella giunta smentite dalla riconferma di Maroni che ha annunciato la creazione di un tavolo per proseguire il lavoro.
Un Mantovani che esce politicamente rafforzato e che ha incassato molte delle richieste di Fi, a cominciare da quella di esplicitare nell'enunciazione dei principi la «libertà di scelta consapevole e responsabile», la «collaborazione dei soggetti pubblici e privati che concorrono a realizzare l'insieme dell'offerta, secondo il principio della sussidiarietà orizzontale», i «costi standard territoriali» e la «valorizzazione del volontariato e del terzo settore». Via libera all'Ats, un'unica Agenzia per la tutela della salute che sostituirà quindici Asl, eliminando 15 direttori generali e 45 direttori. Alle Ais il compito di organizzare l'offerta territoriale e ospedaliera di bassa e media intensità. E poi modelli di cura per il paziente cronico in ambito sia pubblico che privato «come momento successivo alle cure primarie».
Riconoscimento delle grandi realtà ospedaliere come il Niguarda che diventeranno hub, ma anche della ricerca e del privato con Irccs come il San Raffaele e l'Humanitas. Della proposta Rizzi rimane l'Agenzia che si occuperà delle politiche di controllo e la costituzione di un Consorzio lombardo dei farmaci, delle protesi, dei presidi e dei dispositivi medico-chirurgici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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