Il Pavilion diventa la casa dei giovani stilisti

La notizia più accattivante (peraltro già trapelata) in realtà è «solo» una conseguenza di quella principale. Durante la prossima settimana, quella della moda milanese, infatti, il futuristico spazio funzionale di Unicredit, il Pavillon di piazza Gae Aulenti, diventerà il quartier generale di Milano Moda Donna accogliendo il progetto della Camera Nazionale della Moda di un Fashion Hub market, uno show room temporaneo per 17 brand internazionali emergenti. «Vogliamo spingere al massimo, accelerare verso l'internazionalizzazione le piccole e medie imprese della moda e aiutare le start up, facendo diventare i giovani designer anche imprenditori: l'Armani del domani ancora non c'è. E non certo per mancanza di creatività» ha spiegato ieri mattina, con Milano ai suoi piedi dal ventisettesimo piano della Torre A di Unicredit, Gabriele Piccini, il manager a capo delle attività commerciali italiane del gruppo bancario. Che (ecco la notizia principale), insieme all'amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, ha dato concretezza, firmandolo davanti a tutti, a un protocollo d'intesa di un anno fa, con il quale il Gruppo diventa sponsor ufficiale della Camera nazionale della moda per il prossimo quadriennio con l'obiettivo di supportare il settore chiave e d'eccellenza del Made in Italy.

«Si tratta di una collaborazione strategica per un settore strategico - ha sottolineato Ghizzoni davanti a un Mario Boselli gongolante tra il pubblico in sala -. La moda è un settore che continua a crescere. Nel 2014 sono aumentati sia il fatturato che l'esportazione, è aumentato anche l'utilizzo delle carte di credito anche se alcune aziende non ce l'hanno fatta. Ci aspettiamo di chiudere il 2015 con un +7 per cento di fatturato. Come Unicredit abbiamo oggi circa 21mila clienti del settore e impieghi per 2,3 miliardi di euro. Per noi la moda non è solo fashion e design, ma il simbolo della creatività italiana della perenne della voglia di fare del nostro paese, della parte produttiva forte e di qualità dell'Italia».

Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda, ha spiegato come i suoi associati, dei 60 miliardi di fatturato di questo settore di bellezza ed eccellenza che è il primo ambasciatore dell'Italia nel mondo, rappresentino la metà.

«Se poi aggiungiamo - ha spiegato l'uomo che è anche l'ad di Costume National - un 25 per cento proveniente dall'indotto, raggiungiamo il 75 per cento! Metteremo il logo di Unicredit in tutte le nostre iniziative perché con questo gruppo bancario, attraverso i giovani, riusciremo a sostenere il Made in Italy».

Nei prossimi giorni si concretizzerà, come ha spiegato infine Ghizzoni, anche un progetto con Sistema Moda Italia a supporto delle filiere della moda.

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